Ha scelto di tornare con un volo di linea e non con il volo dello Stato italiano. Senza l’accompagnamento diplomatico. Il rientro di Patrick Zaki, il ricercatore graziato dal presidente egiziano al-Sisi, rientra in Italia tra le polemiche scatenate dal centrodestra. Il Governo, infatti, si era elogiato per il maestoso lavoro diplomatico per far liberare il giovane ricercatore. Ma la scelta di tornare in Italia come una persona qualsiasi, evidentemente non è andata a genio al centrodestra.

Il centrodestra critica l’arrivo Zaki

Le polemiche sono fioccate puntuali come non mai. Forse perché la maggioranza pensava di poter sfruttare Zaki come un cavallo elettorale. Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, già giovedì aveva chiesto, forse ironicamente: “Chissà se Zaki appena passata l’euforia della liberazione, per la quale tutti abbiamo gioito, troverà il tempo di ringraziare il governo italiano al quale deve questo risultato”.

Anche il quotidiano Libero ha detto la sua, con un titolo che è tutto un programma: “Zaki l’ingrato”, evidenziando in maniera ossessiva il fatto di aver scelto un anonimo volo di linea. Maggioranza e opposizione dovrebbero gioire per un ottimo risultato diplomatico ottenuto, mentre Governo e alleati invece sembra che ‘rosichino’ perché non potranno fare la solita passarella prevista in questi casi.

Intanto c’è chi, dalla maggioranza, continua ad auto attribuirsi il merito. Di certo, nulla si può obiettare a Meloni e ai suoi per lo sprint finale, come è indubbio che il rilascio sia frutto anche di un lavoro diplomatico iniziato da oltre 9 mesi.

“La liberazione di Patrick Zaki è un risultato che non fa gioire il solo il governo ma tutta l’Italia”, ha detto Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, intervenendo a Rai Tre. L’esponente della maggioranza ha anche sottolineato come sia “un risultato che è stato raggiunto grazie all’impegno incessante del governo“.

Alessandra Maiorino, senatrice del Movimento 5 Stelle, prova a smentire Mulè: “Noi eravamo in Senato quando siamo stati raggiunti dalla notizia della grazia, della liberazione di Zaki. Devo dire che la maggioranza in quella circostanza si è comportata in maniera corretta riconoscendo che questo è il frutto di un lavoro, certo non degli ultimi dieci giorni, della nostra diplomazia iniziato molto tempo fa con la diplomazia egiziana e che ha dato questo frutto”. Ha detto a Rai Tre.

Quando arriva Zaki in Italia

Patrick Zaki è atteso nella mattina di sabato 22 luglio a Milano, dove arriverà – appunto – con un volo di linea, per poi dirigersi con un’auto privata a Bologna. E su Twitter ha scritto:

“La sensazione migliore è la libertà. Domani mattina a Bologna per coronare il sogno tanto atteso”.

A Bologna il ricercatore sarebbe dovuto arrivare sabato, ma alcune eventualità gli hanno fatto cambiare i programmi.

“C’è un leggero cambiamento nei piani poiché è venuto alla nostra attenzione che i documenti ufficiali per revocare il divieto di viaggio saranno finalizzati domenica a mezzogiorno. Quindi, dopo dovremo viaggiare per assicurarci che la mia situazione legale sia chiara al 100%. Stai tranquillo Bologna, arrivo tra un paio di giorni, dobbiamo solo aspettare altri due giorni”.

Ha annunciato sui social Zaki.