Il responsabile organizzativo di FdI Giovanni Donzelli torna alla carica sull’operato di governo in relazione al 41 bis. Impegnato a Palermo per la convention di Fratelli d’Italia sulla mafia, il vicepresidente del Copasir non ha risparmiato una bordata al M5S. Donzelli ha ribadito che il partito di Giorgia Meloni “non accetta lezioni da nessuno” sul tema.

Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto difendendo il 41 bis. Chiedevano a me e all’amico Delmastro “chi te lo fa fare”, perché sul caso Cospito era più comodo stare in silenzio e girarsi dall’altra parte. Ma noi abbiamo difeso il 41 bis, la sinistra ha sollevato tanto polverone. Poi però non c’è stata più una sola persona di sinistra a metterci la faccia per difendere Cospito. Non accettiamo lezioni da nessuno, penso agli amici del M5s che quando erano al governo con la scusa del Covid hanno scarcerato mafiosi.

Il deputato si è poi scagliato contro Beppe Grillo, “che quando veniva in Sicilia diceva che la mafia ha una sua morale”.

Non prendiamo lezioni nemmeno da parte di ex magistrati che oggi sono in politica, che quando Borsellino era morto da poche ore archiviavano l’inchiesta mafia-appalti.

Donzelli (FdI) sul 41 bis e sulla vicenda Delmastro: “Convinti di aver fatto le cose che servivano all’Italia”

Sul deputato di Fratelli d’Italia e sul collega e sottosegretario Andrea Delmastro, la Procura di Roma aveva aperto un fascicolo di indagine sulla base di un esposto presentato dal parlamentare dei Verdi Angelo Bonelli.

Per i due si era ipotizzato il reato di rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, per aver “reso pubbliche intercettazioni ambientali del Dap tra esponenti della ‘ndrangheta e della camorra con Alfredo Cospito”.

Donzelli ci tiene così a ribadire che “la vicenda Delmastro non è un vulnus e neppure per la Procura che aveva chiesto l’archiviazione“.

Col massimo rispetto, noi andiamo avanti, siamo convinti di avere fatto ciascuno di noi le cose giuste che servivano all’Italia. Scomode per qualcuno che voleva tenere forse nascoste quelle pagine ma invece noi le abbiamo portate a conoscenza di tutti gli italiani. È giusto così.

A proposito dell’imputazione coatta ai danni del sottosegretario, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito, quest’ultimo si era detto intenzionato “ad affrontare nelle sedi opportune questa vicenda”, confidando “nel fatto che emergerà la mia assoluta estraneità ai fatti”.

La replica del M5S: “Perso un’occasione per rimanere in silenzio”

Non è tardata la replica del Movimento 5 Stelle, secondo i quali l’onorevole Donzelli “dovrebbe solo stare zitto e invece si permette ancora di lanciare accuse false“. È quanto scrivono le parlamentari pentastellate Stefania Ascari, Valentina D’Orso e Ada Lopreiato, capigruppo nelle commissioni Antimafia e Giustizia.

Avrebbe dovuto lasciare mesi fa il suo incarico al Copasir per aver messo a repentaglio, insieme all’amico Delmastro, la sicurezza nazionale sventolando ai quattro venti informazioni investigative coperte da segreto. Oggi ripete la bufala delle scarcerazioni durante la pandemia. Il partito del presidente Meloni sta provando a nascondere le proprie responsabilità per i provvedimenti con cui sta spianando la strada dell’impunità ai colletti bianchi.

Le parlamentari del M5S hanno voluto “di nuovo ricordare ai fratelli d’Italia che ogni scarcerazione avvenuta nella primavera 2020 venne decisa in autonomia dai magistrati e sulla base di una legge del 2010 del governo Berlusconi”.

Dopo quelle scarcerazioni siamo intervenuti immediatamente con due decreti legge e con ispezioni ministeriali. Grazie a quegli interventi alcune scarcerazioni furono evitate e alcuni detenuti rientrarono in carcere. Anche oggi Donzelli ha perso l’occasione per rimanere in silenzio.