E’ sicuramente Spalletti il grande assente della stagione che via via sta prendendo corpo e dopo la certezza che si sarebbe fermato per un anno, ora qualcosa comincia a vacillare. “Mi fermo un anno? Non so cosa voglia dire sabbatico, ma so che vuol dire stare fermo“. Questo lo aveva detto in occasione del premio Ussi 2023 che gli era stato consegnato a Coverciano, lo scorso maggio e ora questo pensiero sembra più attuale che mai. Le squadre di serie A si sono ritrovate, il mercato è in piena attività. Giocatori che vanno, che vengono, che cambiano maglia scatenando polemiche. Insomma tutto è attivo, tutto è più vivo che mai, manca il calcio giocato ma il campionato sta già facendo di nuovo parlare di se. E in tutto questo sarà strano non trovare sulla panchina di una delle italiane Luciano Spalletti. E come si sa, il tecnico di Certaldo, non sarà assente perché ha scelto di andare altrove, ma perché ha scelto di non continuare. Un addio al Napoli arrivato al culmine del rapporto. Il saluto con la vittoria dello scudetto che mancava da 33 anni ha lasciato in vita un amore che sarà eterno, da entrambe le parti. Tifosi, piazza e allenatore rimarranno legati per sempre, per la gioia arrivata con il titolo campione d’Italia e per il dolore per l’addio di chi ha reso tutto possibile.

Spalletti e l’addio al Napoli, ma è vietato parlare di anno sabbatico

Rimarrà sempre un amore corrisposto, perché Spalletti non ha lasciato perché è tutto finito, anzi. Ha preferito lasciare quanto tutto andava al meglio, per non rischiare di rovinare quello che si era creato. E in questi casi, come nelle migliori storie d’amore, succede che rimangono nel cuore solo i ricordi positivi che terranno vivo questo amore per sempre. E ora Spalletti cosa farà? Se lo chiedono in molti e se lo chiede anche lui che sembrava intenzionato a voler prendersi un po’ di tempo per stare con la sua famiglia, con la sua bambina, la piccola dei suoi figli. E invece qualcuno assicura che non sarebbero queste le intenzioni dell’allenatore che oltre ad essere Campione d’Italia, obiettivo raggiunto a 64 anni, è uno dei maestri di calcio riconosciuti tra i più bravi in attività. A garantirlo sono stati spesso anche suoi ex giocatori che, pur non avendo grandissimi rapporti con lui, lo hanno definito più volte il più forte allenatore che abbiano mai avuto. E come succede in questi casi, i più forti allenatori non possono rimanere fermi. Spalletti non ama il calcio, praticamente ha una malattia. Studia calcio e vive di quella passione ogni giorno.

Il tecnico a fine stagione aveva detto di volersi prendere del tempo, ora le cose sembrano cambiate

Ed era questo il motivo che aveva spinto molti a pensare che, dopo un anno come quello vissuto a Napoli – seguito già alla prima stagione in azzurro molto impegnativa – si sarebbe preso un anno sabbatico. E forse lo aveva fatto pensare anche lui con alcune dichiarazioni. “Devo allenare Matilde – aveva detto subito dopo aver conquistato la vittoria in campionato, lo scorso maggio – una figlia piccola con la quale non sono mai stato insieme. Ho bisogno di riposarmi, mi sento un po’ stanco e non cambio idea“. Lo aveva detto e lo aveva ripetuto in occasioni di consegna di premi vari ricevuti al termine della stagione. Poi era arrivata la frase che aveva fatto forse capire qualcosa in più sui suoi motivi dell’addio al Napoli. “Sono pure un allenatore sostenibile, non ho mai avuto un procuratore – disse in una delle tante occasioni – Con De Laurentiis mi sono presentato solo, ma dopo aver conosciuto lui magari in futuro ne avrò bisogno”.

Le panchine delle big sono tutte occupate ma nessuno è intoccabile

Ed ecco, oltre alla fatica fatta per l’impegno che profonde in ogni sua avventura, c’era anche qualcos’altro che lo ha fatto andare via. E ora spunta l’indiscrezione secondo cui non avrebbe (più), intenzione di prendersi un periodo di riposo. Stare fermo e non poter insegnare calcio lo stanca ancor di più che lavorare. Solo che i suoi messaggi a fine stagione erano stati chiari e probabilmente per questo nessuno lo ha cercato, altrimenti non si spiega. In Italia ormai lui è il nome top. Qualcosa sembra si sia mosso dall’Arabia, ma le conferme non ci sono. Cosa succederà ora è tutto da vedere. Di sicuro c’è che le big sono sistemate, a livello di guida tecnica, anche quelle che sembravano sul punto di cambiare nella scorsa stagione (come si diceva per esempio della Juventus intenzionata a liberarsi di Allegri). Almeno per ora.