Su 151 casi in quasi sessant’anni, solo quattro persone (la quinta qualche giorno fa) sono sopravvissute a questa terribile infezione: una minuscola creatura estremamente pericolosa per l’uomo potrebbe provare seri danni alle vittime.

L’ultima persona colpita è un bambino americano, Caleb, che dopo un anno a combattere contro il minuscolo protozoo, è sopravvissuto. Purtroppo, però, il suo cervello ha subito gravi danni, è paralizzato e può comunicare solo con le espressioni facciali.

Scopriamo i dettagli sull’ameba mangia-cervello, come si viene contagiati e come proteggersi.

Cos’è l’ameba mangia-cervello?

Si tratta di un piccolo protozoo che sopravvive solo in acqua dolce e calda: il suo nome è Naegleria fowleri, mortale nel 97% dei casi.

Pare che il cambiamento climatico stia favorendo l’emergere dell’ameba in parti degli Stati Uniti dove normalmente non si trova, come il nord e l’ovest.

Secondo il Robert Koch Institute, Naegleria fowleri è particolarmente comune nell’acqua e nel suolo nelle regioni subtropicali e tropicali, ma anche nell’acqua dolce riscaldata naturalmente o artificialmente nelle zone a clima temperato.

Il protozoo si riproduce meglio in acqua con temperature superiori ai trenta gradi Celsius, spiega Charles Gerba, microbiologo dell’Università dell’Arizona, e può tollerare temperature fino a 46 gradi Celsius.

Uno studio del 2021 mostra che il protozoo simile all’ameba si sta diffondendo dagli stati meridionali alle aree del Midwest nel nord degli USA, sebbene il tasso di infezione sia rimasto lo stesso.

Anche gli eventi meteorologici estremi che si verificano più frequentemente a causa dei cambiamenti climatici, come inondazioni e siccità, potrebbero favorire la diffusione di agenti patogeni.

Nelle aree allagate, l’acqua può anche diffondere agenti patogeni nell’ambiente. Ad esempio, gli agenti patogeni dal suolo o dall’acqua entrerebbero nelle case. Com’è accaduto a maggio in Emilia Romagna.

Come entra l’ameba mangia-cervello nel corpo?

Secondo l’autorità sanitaria statunitense CDC, le persone colpite di solito si infettano quando l’acqua contaminata entra nel naso durante il bagno o le immersioni. L’ameba può quindi migrare verso il cervello e innescare un’infiammazione potenzialmente letale del cervello e delle meningi.

Secondo il CDC non si può essere infettati ingerendo o bevendo accidentalmente. Se le piscine vengono mantenute e disinfettate correttamente, non vi è praticamente alcun rischio di infezione.

Quanto è comune l’infezione da ameba mangia-cervello?

L’infezione, per fortuna, è molto rara. La maggior parte dei casi è stata descritta negli Stati Uniti, in Australia e in Francia. I ricercatori presumono che molti casi nei paesi in via di sviluppo ed emergenti non siano riconosciuti come tali e quindi non vengano segnalati.

I dati degli Stati Uniti mostrano quanto sia basso il rischio di infezione: sebbene le amebe siano relativamente comuni, dal 1937 sono state documentate solo circa 140 casi.

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Quali sono i sintomi dell’infezione da ameba mangia-cervello?

Dopo che le amebe hanno invaso il cervello, di solito ci vogliono da uno a nove giorni prima che la malattia si manifesti.

I sintomi iniziali includono:

  • un forte dolore nella parte anteriore della testa;
  • febbre;
  • nausea;
  • confusione;
  • allucinazioni;
  • torcicollo;
  • problemi di equilibrio fino a quando le persone colpite perdono conoscenza.

Quali sono le possibilità di sopravvivenza?

Secondo un articolo del 2014, oltre il 97% delle infezioni sono fatali. In Nord America, sono noti solo cinque casi in cui le persone colpite sono sopravvissute all’infezione, riferisce il CDC. In media, la morte avviene entro cinque giorni dal manifestarsi dei primi sintomi.