Prosegue il percorso di avvicinamento di Marcell Jacobs ai prossimi Mondiali di atletica a Budapest, dopo lo stop forzato dello scorso giugno. Il velocista azzurro arriva alla manifestazione sportiva ungherese con sensazioni contrastanti perché se da un lato c’è tutta la voglia di rimettersi in gioco, dall’altra parte c’è una forma fisica “capricciosa” con cui fare i conti.

La stagione 2023 di Jacobs non è stata particolarmente fortunata ma nella recente intervista concessa a La Gazzetta dello Sport emergono note positive che lasciano ben sperare per il prossimo agosto. Alla domanda secca sul suo stato di forma, Marcell risponde in maniera chiara:

Meglio, vorrei dire bene. Lunedì riprenderò ad allenarmi a pieno regime e sarò più preciso, ma le sensazioni sono buone

Insomma, prudenza com’è normale che sia anche perché l’infortunio non è stato di facile gestione come spiegato dal velocista originario di El Paso:

Il fastidio tra gluteo e quadricipite che mi bloccava la schiena era figlio di una piccola compressione vertebrale che portava a un’infiammazione un po’ subdola del nervo sciatico, di non facile individuazione. Il dottor Müller mi conosce dal 2017: da allora, stagione olimpica a parte, per un motivo o per l’altro sono stato da lui tutti gli anni

Mondiali di atletica a Budapest, Marcell Jacobs: “Non ho paura di farmi male”

Naturalmente, lo “sprint” verso Budapest passa attraverso un percorso di recupero accelerato che rischia di compromettere nuovamente il fisico di Marcell. Dal canto suo, tuttavia, il nostro Jacobs ha mostrato lo spirito da guerriero che l’ha sempre contraddistinto dichiarandosi certo di voler “rischiare” nel momento del bisogno, ossia nel giorno della sua batteria dei 100 metri:

Un paio di settimane in più avrebbero fatto comodo, ma di solito entro in forma in fretta. Una gara preMondiali? Accelerare i tempi non avrebbe senso. Se devo rischiare, meglio farlo quando conta. Mi rifarò dopo, non ho paura di farmi male. E per adattarmi e carburare, saranno meglio di una gara secca. Proprio agli ultimi Europei sono arrivato dopo un lungo stop: ho chiuso con l’oro al collo.

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