Il cardinale Angelo Becciu prende la parola e decide di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Il porporato ha preso spontaneamente la parola durante l’udienza del 20 luglio per respingere tutte le accuse nel processo in Vaticano per la vicenda della compravendita di un palazzo a Londra, a Sloane Avenue, con i soldi della Segreteria di Stato vaticana.

Processo Becciu: il cardinale respinge le accuse. Sentenza entro Natale

“Io per la Santa Sede ho donato la mia vita e ho cercato di difenderla sempre”.

Ha detto il cardinale Becciu durante il suo intervento, sottolineando come il Promotore di Giustizia (simile a un pm dell’ordinamento giuridico italiano), Alessandro Diddi, abbia raccontato “fatti” su di lui “totalmente lontani dalla realtà”.

Respingo con forza cosi come respingo ogni singola accusa. Nessuna esclusa. E lo faccio per amore di verità. Ancora, mi si accusa con veemenza di aver impedito che il card. Pell e la Segreteria per l’Economia (Spe) effettuassero dei controlli sull’Ufficio amministrativo della Segreteria di Stato: ribadisco che il denaro amministrato dalla Segreteria di Stato costituiva il Fondo sovrano del Papa dai tempi di Paolo VI (e da allora mantenuto riservato), non rientrava nel bilancio consolidato della Santa Sede e di esso si rendeva conto solamente al Pontefice e al segretario di Stato ogni sei mesi”, ha sottolineato Becciu

Rispetto ai 50 milioni di euro che l’Istituto per le opere di religione “donava al Santo Padre per le necessità della Sede Apostolica”, i soldi, prosegue, “venivano usati così: dai 18 ai 23 milioni venivano dati alla Radio Vaticana, 8 milioni all’Osservatore Romano, dai 27 ai 33 milioni alle nunziature apostoliche per la loro manutenzione e la costruzione di nuove sedi. Non erano inclusi gli stipendi ai Nunzi, questi sono pagati dall’Apsa. In ambienti come l’Africa si mantenevano famiglie, soprattutto famiglie di dipendenti, questi 33 milioni servivano. Fatevi la somma, 50 milioni sono finiti e anche avanzati”.

Secondo le ultime novità, la sentenza potrebbe arrivare entro Natale. Il presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Giuseppe Pignatone, ha fatto il punto sulle prossime tappe.

Conclusa la requisitoria di Diddi, entro i previsti tre appuntamenti della prossima settimana (24, 25 e 26 luglio), ci sarà la consueta pausa estiva. Quindi, a settembre, inizieranno a pronunciarsi le parti civili: il 27 pomeriggio sarà il turno degli avvocati che tutelano gli interessi dell’Istituto per le opere di religione (Ior); il 28 per la Segretaria di Stato; e il 29 per l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa); mentre l’Autorità di supervisione e informazione finanziaria (Asif) presenterà il deposito delle conclusioni. Da ottobre, gli avvocati delle difese divideranno le giornate del 5, 6, 19, 20, 26 e 27. Così come pure il pomeriggio dell’8 novembre, il 9 e il 10; fino ad arrivare alle ultime tre udienze previste: il pomeriggio del 4 dicembre, il 5 e il 6.