Cesare Biasini Selvaggi ha intervistato in esclusiva per Stato dell’Arte, in onda su Cusano Italia Tv, il miliardario e filantropo Nicolas Berggruen. Ha parlato dei dossier più importanti del nostro tempo: dai rapporti geopolitici e commerciali tra Cina e Stati Uniti al ruolo dell’intelligenza artificiale. Il Berggruen Institute, che aprirà la sua terza sede a Venezia “è stato creato con una semplice missione, ossia permette alle idee di diffondersi su questioni
difficili e importanti per noi esseri umani
” spiega Bergguen. “Dunque lavora su questioni riguardanti la democrazia, il capitalismo, le relazioni tra culture, soprattutto tra l’Occidente e la Cina, e su chi noi stiamo diventando in un’epoca in cui possiamo modificare la nostra natura a causa o grazie alle tecnologie e all’intelligenza artificiale” continua spiegando il metodo di lavoro:

“Questa è la nostra missione, il modo in cui lo facciamo è inusuale, nel senso che noi mettiamo insieme le persone che hanno specializzazioni diverse: artisti, filosofi, scienziati, esperti di tecnologia, decisori politici. Lo facciamo anche attraverso le culture e dunque non solo dal punto di vista Occidentale, ma anche da quello dell’Est e dunque l’idea è: possiamo sviluppare un nuovo pensiero in un momento in cui questo è cruciale? Ma invece di essere poco lungimiranti e aperti, cerchiamo di coinvolgere persone che appartengono a discipline e culture diverse, molto diverse”

Berggruen a Stato dell’Arte: “Venezia è l’incrocio tra idee e culture”

Il miliardario e filantropo ha annunciato l’apertura del Berggruen Institute a Venezia, una scelta non casuale dopo le sedi di Los Angeles e Pechino:

Abbiamo iniziato a Los Angeles in America e poi a Pechino in Cina perché queste sono le due culture
dominanti oggi. Francamente hanno dei contenuti che le contrappongono però si contrappongono alle idee che da sempre arrivano dall’Europa. Cercavamo un terzo punto di vista, un luogo più neutrale, e Venezia è storicamente stata all’incrocio tra idee e culture. Venezia è in Italia ma anche in Europa è una specie di meta città che appartiene al mondo e lo impegna, dunque abbiamo pensato che fosse il luogo ideale come contrappeso rispetto ai due estremi, la Cina e gli Usa, così l’Europa è potenzialmente più neutrale, più gentile… e un luogo dove i cambiamenti possono essere più fruttuosi. Ecco perché Venezia.

Berggruen: “Senza un ponte tra culture siamo in pericolo”

Una scelta dunque non casuale alla luce delle crescenti tensioni nelle relazioni tra Stati Uniti, e Occidente in genere, e Cina. Un deterioramento dovuto a una serie di fattori e che si articola su più piani:

Per prima cosa stanno diventando concorrenti. In secondo luogo dal punto di vista culturale ed ideologico sono agli opposti, è come se ci fossero due religioni, due dei diversi. Ciò rende difficile –soprattutto per l’Occidente- accettare che ci possano essere due verità, due dei, due religioni che sono ugualmente validi. Per la Cina, che si sente umiliata dall’Occidente, cerca una redenzione soprattutto per quel che riguarda la sua collocazione a livello mondiale. Ci troviamo davvero davanti a una contrapposizione tra le visioni, il pensiero della civiltà e le culture al di là del sistema politico e della concorrenza economica. Questo è un momento molto interessante ma anche molto pericoloso perché se non riusciamo a coesistere e creare un equilibrio tra la Cina e l’Occidente soprattutto per quanto riguarda questioni come clima e sicurezza, avremo gravi problemi e potremo essere in grave pericolo reciprocamente, specialmente se non riusciamo a costruire un ponte. L’Europa può avere questo ruolo? Un luogo come Venezia può avere questo ruolo? Speriamo, perché altrimenti ci troveremo a vivere un secolo molto più rischioso.

Poi sulle preoccupazioni di Pechino nei confronti di Taiwan sottolinea come il problema sia legato a una diversa visione dell’indipendenza dell’isola:

Per la Cina Taiwan fa parte del paese, dunque non lo considerano come luogo separato ma come parte
della Cina stessa. Dunque sembra che una delle missioni del Partito e di Xi Jinping sia proprio quella di
riunire quello che ai loro occhi è stato separato
. Taiwan la pensa diversamente, l’Occidente la pensa
diversamente. Questa è proprio la situazione difficile in cui si cerca di far quadrare un cerchio.

Intelligenza artificiale, opportunità o minaccia?

“Entrambe. L’intelligenza artificiale ci potrà aiutare in molti modi e permetterà alle nostre capacità di essere
amplificate, dunque sarà un aiuto notevole e permetterà a noi esseri umani di delegare quello che già
deleghiamo alle macchine. È anche una minaccia perché è intelligenza e la questione è che tipo di
intelligenza? Lo vediamo oggi con le tecnologie digitali, abbiamo permesso loro di avere un ruolo di grande
aiuto, lo vediamo ad esempio per i social media, ma d’altro canto perdiamo il controllo su di loro e le
conseguenze non volute dell’intelligenza artificiale e fino a dove può arrivare non sono ancora chiare.
Dunque può essere sia un’opportunità sia una minaccia, ma la questione è: possiamo trovare un modo per almeno essere parte di questo sviluppo in quanto esseri umani? In modo che ci aiuti, ma non diventi
qualcosa di incontrollato come lo sono i social media, dunque poter avere una certa trasparenza su cosa sta
facendo l’intelligenza artificiale e fin dove può arrivare è molto importante oggi.

Cambiamento climatico, Berggruen: “Necessario investire nelle nuove tecnologie”

L’agenda delle Nazioni Unite prevede di arrivare alla neutralità climatica entro il 2050, un obiettivo non semplice però:

Non sono un esperto dunque le mie opinioni francamente sono irrilevanti, l’unica cosa che direi è che in
quanto esseri umani non ci comporteremo meglio, limitare i consumi e comportarci meglio è qualcosa che
è improbabile succeda. Non possiamo dettare a paesi che sono ancora in via di sviluppo, soprattutto nel
sud del mondo, non credo che possiamo dettare loro dei comportamenti, devono avere la possibilità di
vivere come noi. Dunque anche se dovremmo cercare di comportarci meglio ciò è assai improbabile. Tutto si svilupperà intorno alle tecnologie, alle modalità finali in cui cercheremo di affrontare questi effetti, nello stesso modo in cui ci siamo messi in pericolo e abbiamo messo in pericolo il Pianeta, dobbiamo trovare le modalità per salvarci e salvare il Pianeta. Questo avverrà con invenzioni e tecnologie, con gli investimenti nelle nuove tecnologie, dunque la cosa più urgente da fare è far sì che queste e le nuove idee affrontino le questioni climatiche invece di limitare il consumo, di trattenerci dal consumare perché questo non succederà a mio parere.