Centinaia di manifestanti stanno marciando verso Gerusalemme per protestare contro la riforma della giustizia voluta da Netanyahu. Il gruppo è partito da Tel Aviv mercoledì alle prime luci dell’alba.

I manifestanti da due giorni si svegliano presto, sventolano bandiere e si incamminano verso la Capitale, lungo l’autostrada che collega Tel Aviv e Gerusalemme. Tra le centinaia di persone giovani e meno giovani, docenti universitari, riservisti, ex militari, esponenti del settore legale, finanziario e dell’hi-tech, attivisti del mondo Lgbt.

Giovedì sera, 20 luglio, i manifestanti si fermeranno al Kibbutz Nahshon, a 30 chilometri da Gerusalemme, in concomitanza con la ‘Sera della Resistenza’ indetta in tutto il Paese. Venerdì 21 luglio ci sarà il via libera della Commissione Giustizia in Parlamento del progetto di legge sulla clausola di ‘ragionevolezza’ che apre la strada alla sua approvazione definitiva.

Israele, le proteste verso Gerusalemme. Gli organizzatori: “Alla fine vinceremo”

 “Siamo al momento della verità. I prossimi quattro giorni sono cruciali. Ognuno può creare pressione, a piedi, presentandosi alle manifestazioni di questa notte, marciando verso Gerusalemme, scrivendo un articolo, facendo pressione sui datori di lavoro per annunciare che sono in sciopero (a partire da domenica) o con qualsiasi altra attività di resistenza. L’unica richiesta è: fatelo, combattete. Alla fine, vinceremo”, hanno sottolineato gli organizzatori, il movimento Restart Israel.

Domenica e lunedì si svolgeranno diversi eventi fuori dalla Knesset e intorno a Gerusalemme, comprese proteste fuori dal Parlamento israeliano.