Tutto pronto per la demolizione di una delle ultime scuole rimaste nei territori occupati in Palestina che Israele ha deciso di evacuare dalle popolazioni palestinesi.

L’ambasciata di Palestina in Italia ha infatti denunciato che le autorità di Israele stanno per demolire una scuola primaria costruita in cooperazione con le autorità italiane.

Dalla Palestina ancora una scuola nel mirino di Israele

Non è la prima volta che viene presa di mira una scuola in territori contesi tra le due popolazioni. Anche nel novembre dello scorso anno le forze di occupazione israeliane hanno demolito una scuola elementare sempre costruita insieme agli italiani.

La stessa era stata appena costruita con fondi della cooperazione italiana nella zona rurale di Isfey, a Masafer Yatta, nel governatorato di Hebron, ed entrata in funzione solo tre giorni prima.

Lo scrive l’ambasciata di Palestina in Italia: 60 bambini non avranno più una scuola. Questa la denuncia dei palestinesi e riguarda una scuola elementare del villaggio di Khirbet Um Qussa, nell’area di Masafer Yatta.

L’ordine di demolizione è partito il 16 maggio 2023. Solo oggi però si sono scoperti i particolari che di fatto raccontano di un impedimento per i bambini di frequentare i corsi di studio.

Circa 60 bambini perderebbero il diritto allo studio, visto che la scuola più vicina è a 8 chilometri di distanza. Spiega Ali Awad, attivista palestinese del movimento Youth of Sumud.

Una scuola finanziata dall’Italia

La scuola in questione è stata finanziata nel 2020 dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e nasce originariamente come un agglomerato di tende.

Oggi la struttura è composta da otto aule che ospitano circa 60 studenti – dalla prima alla quarta elementare – provenienti da Khirbet Um Qussa e dalle vicine comunità di Al-Makhroub e Al-Obaidiya.

“L’esercito – proseguono i palestinesi – fa sul serio. Nella stessa zona ha già raso al suolo, nel novembre del 2022, la scuola di Al-Sfai, anch’essa finanziata dalla UE. Tutte queste demolizioni fanno parte del progetto di pulizia etnica e di annessioni portato avanti dalla potenza occupante. L’esercito di occupazione ti rende la vita impossibile. È evidente che l’obiettivo del governo israeliano è quello di annettere la zona C allo Stato di Israele”

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