Apricot Enemy lo pubblica come nuovo singolo, dopo l’ottimo exploit di “See u”, che ha raccontato nella giungla del Cusano Media Group. Si tratta di un’artista giovane ma con le idee già molto chiare come altri nomi nuovi tipo Saphe e ora si sente pronta per lanciare, attraverso questa canzone, un messaggio importante e attuale per tutti i suoi coetanei. Lo ha fatto in diretta nazionale nel malfamato bar di Radio Cusano Campus “Tequila Boom Boomer”, condotto tutti i giorni dal lunedì al venerdì in pieno drive-time dalle 18 alle 20 dal cantautore Bussoletti e dalla giornalista Arianna Caramanti. Ecco i passaggi più importanti della loro chiacchierata.
Apricot Enemy, la somiglianza del titolo
“Perché ho scelto di chiamare il mio nuovo singolo come una famosa canzone degli Imagine Dragons? La verità è che non li seguo molto come band. So che sono bravi e famosi ma qua a Berlino, dove vivo, ascolto altre cose. Comunque, a pensarci bene, quel loro pezzo è famoso e lo conosco pure io ma ovviamente volevo dire tutta un’altra cosa nel mio testo.”
Apricot Enemy, di cosa parla la canzone
“Quando ho pubblicato il primo singolo, ho puntato su una canzone fresca e un po’ r&b. A quei tempi stavo frequentando un ragazzo e mi rendevo conto, me ne rendo sempre conto, che, quando si ha una cotta per qualcuno, si tende a giocare ai giochetti, ad implementare delle strategie. Ma forse è sbagliato. Perché dobbiamo perderci dietro a strategie quando invece possiamo goderci l’attrazione sessuale e il tempo insieme? Il titolo nasce da qua. Vogliamo smettere di vederci ognuno il nemico dell’altro e abbassare la guardia e goderci la nostra esperienza? Comunque, io con questa persona alla fine ci sto insieme.”
Sul messaggio
“Non è che io l’abbia deciso a tavolino ma credo che “Enemy” voglia solo dire ai ragazzi che non è necessario inseguire un amore tossico. Può essere tutto più semplice e anche più piacevole. Per quanto mi riguarda, vivere alla ricerca dello scontro non è il mio modo. Preferisco lasciarmi andare all’esperienza.”
Sulla famiglia d’origine
“Da me è importante prendersi una laurea e avere una carriera. Spesso si tende a vedere le cose bianco o nero ma siamo così tanti, siamo così complessi, che è sbagliato. La mia laurea in Scienza Politiche in questo mi ha aiutato. Sono grata ai miei genitori ma all’inizio è stato difficile accettare che volessi fare musica. Sono sensibile ed avevo bisogno di esprimermi e alla fine l’hanno capito anche loro. Ora mamma e papà sono i miei primi fan.”
Sul sound
“La mia musica è elettronica ma ha anche ritmi pop con del rock tutto intorno. Non è che questo si sente bene al primo ascolto ma, fidatevi, io il rock ce l’ho dentro. Inoltre la mia musica è distorta, è fresca ed è impertinente. Un po’ come il mio nome d’arte, che significa “albicocca”, che cercavo per avere qualcosa di originale. Sono partita dal suono anche là e quello che è venuto fuori mi rende molto felice.”
Ecco il link del podcast dell’intera intervista di Apricot: