Elena Giuliani, sorella di Carlo, parla a TAG24 del ventiduesimo anniversario dal G8 di Genova e racconta le sensazioni di quel giorno dopo i fatti di Piazza Alimonda e di quanto sia rimasto nel presente del movimento No Global.

Ventidue anni dal G8 di Genova, Elena Giuliani parla a TAG24

Il 20 luglio 2001 quando in Piazza Alimonda a Genova il manifestante ventitreenne Carlo Giuliani fu ucciso da un colpo di pistola. Erano i tempi del movimento No Global, del G8 di Genova e del popolo di Seattle. Rivendicazioni che hanno ispirato anche molti dei movimenti politici contemporanei. Il mondo è cambiato negli ultimi venti anni ma i moniti e gli slogan lanciati all’epoca dalle persone in piazza a Genova sembrano ancora molto attuali. Abbiamo intervistato su Tag24.it Elena Giuliani, sorella di Carlo e presidente di “Comitato Piazza Carlo Giuliani”, che ci racconta cosa successe quel giorno e come oggi viene ricordato il fratello.

Qual è il suo ricordo di quel giorno del 2001 a Genova?

Quel giorno non ero a Genova ma a Milano. Dopo essere uscita dall’ufficio ho visto la televisione e cosa stavano facendo le forze dell’ordine in città e poi ho riconosciuto mio fratello. Non volevo e non potevo ammettermelo…verso sera me lo hanno fatto sapere da un servizio televisivo”.

Oggi ricorrono ventidue anni dai fatti di Piazza Alimonda…come ricorderete Carlo?

“Come da ventidue anni a questa parte. Saremo in Piazza Alimonda dove Carlo fu ucciso e ricorderemo non solo lui ma anche i tanti drammi del nostro mondo. Quest’anno in particolare ci concentreremo sulle migrazioni e saranno insieme a noi tante realtà che ci ricorderanno appunto le loro esperienze”.

Molti movimenti oggi affrontano tematiche che erano in piazza già a Genova: cosa resta di quelle battaglie nel presente?

“E’ una domanda un po’ grossa, io non facevo parte dell’organizzazione del movimento. Il movimento era definito come “movimento dei movimenti” ed era composto da tantissime realtà. Questa è una domanda che va fatta a tutte quelle singole realtà, secondo me è ancora presente in tantissime voci che continuano a sollevarsi da ventidue anni a questa parte come il movimento No Tav o i movimenti locali che protestano contro basi militari, contro la distruzione della scuola pubblica o per la difesa del lavoro…penso ad esempio a Gkn. Tutte tematiche che nel 2001 si portavano avanti…il mondo è andato sempre più peggiorando purtroppo e lo vediamo con la crisi climatica, con la guerra alle porte dell’Europa e con tutti i conflitti che non si sono mai fermati o al massimo si sono spostate di qualche kilometro. Tanti problemi ai quali far fronte ma non ci si decide”.

Genova fu importante anche per il tema del reato di tortura dopo i fatti della Diaz e di Bolzaneto…

La tortura fu perpetrata a Genova, alla Diaz, a Bolzaneto, nelle carceri ed anche a Piazza Alimonda sul corpo di Carlo. Si tratta di un problema che continua a esistere nelle carceri per esempio quando si arrestano persone che non hanno commesso reati così terrificanti…bisognerebbe imparare ad essere un po’ più umani. La tortura è tortura, e non c’è mai nessun motivo per cui possa essere tollerata. Chi la pratica diventa peggiore del peggiore assassino”.

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