Il 2022 supera il precedente record segnato dal 2018 e passa alla storia come l’anno più caldo e meno piovoso in Italia dal 1961 ad oggi. A rivelarlo è un report sul clima del nostro Paese pubblicato oggi, giovedì 20 luglio 2023, dall’Ispra, che quest’anno diventa un prodotto Snpa. Vediamo allora tutti i numeri e tutti i dati relativi al 2022, quali sono i pareri e le preoccupazioni degli esperti.

2022 anno più caldo e meno piovoso in Italia: il rapporto

Il nome del report uscito questa mattina è “Clima in Italia nel 2022”. Si tratta di un rapporto che esce ormai con cadenza annuale dal 2006. A lavorarci su sono, ogni volta, una serie di climatologi, meteorologi, docenti universitari, ricercatori, scienziati e professionisti di vari settori. I dati venuti alla luce per quanto riguarda lo scorso anno sono molto preoccupanti.

Il 2022 infatti “strappa” il primato al 2018 e si aggiudica (almeno per il momento) il titolo di anno più caldo e meno piovoso in assoluto in Italia dal 1961, ovvero da quando sono iniziate le prime osservazioni scientifiche e precise. A spaventare non sono solo le temperature sempre più alte che vediamo nel nostro Paese e non solo, ma anche la diminuzione delle piogge.

La temperatura media – che preoccupa gli scienziati ed i professionisti del clima – nel corso del 2022 è salita di 1 grado rispetto all’anno precedente, il 2021. Per quanto riguarda invece le precipitazioni possiamo dire che, stando a quanto rivela la fotografia fatta dagli esperti, esse sono diminuite di quasi un quinto. Si parla addirittura del -22% di piogge in Italia tra il 2022 e il 2021. Ma non è finita qui.

Secondo quanto emerge dall’analisi, il 2022, come riferiscono i professionisti,

ha avuto precipitazioni inferiori alla norma (-39%) da gennaio a luglio. Le anomalie sono state più marcate al Nord (-33%), seguite dal Centro (-15%) e dal Sud e Isole ( 13%).

Meno precipitazioni significa non solo meno pioggia, ma anche meno neve e, di conseguenza, più caldo. Motivo per cui nello scorso anno abbiamo sentito molto parlare del problema della siccità. Problema che l’Italia si trova ad affrontare ancora oggi con le gravi e pesanti ondate di calore che stiamo vedendo anche in queste ultime settimane.

Tutto ciò ha, si legge nel report

Importanti conseguenze sui ghiacciai alpini che già a partire dai primi giorni di giugno si sono ritrovati in gran parte scoperti da neve: la fusione glaciale 2022 nel settore nord-occidentale delle Alpi è stata quattro volte più intensa rispetto alla media degli ultimi 20 anni.

Gli altri dati e l’allarme degli esperti

I mesi più secchi del 2022 sono stati: ottobre (con il -62% di precipitazioni) e gennaio (-54%). Dall’altra parte il mese relativamente più piovoso è stato agosto (+69%). La prolungata siccità in Italia e le alte temperature hanno portato ad una riduzione non indifferente della disponibilità di risorse idriche naturali. Il rapporto sul clima continua così:

Per l’Italia è stimata una disponibilità annua di 221,7 mm (ca. 67 km3), che rappresenta il minimo storico dal 1951 a oggi, e delinea una riduzione di circa il 50% rispetto alla disponibilità annua media di risorsa idrica stimata per l’ultimo trentennio climatologico 1991-2020.

Non sono mancati poi nel 2022 eventi estremi in Italia, come il grande temporale che si è verificato il 15 settembre scorso nelle Marche. Oppure a fine novembre del 2022 l’altro Adriatico era stato protagonista di un evento eccezionale che aveva portato all’innalzamento del mare e all’attivazione delle barriere del Mose a Venezia. Per non parlare poi del drammatico 26 novembre a Ischia, causato anche diverse morti e ingenti danni sul territorio.

Per quanto riguarda infine le precipitazioni nevose, secondo quanto registrano gli esperti del Sistema nazionale per la Protezione dell’Ambiente, in inverno in Italia

c’è stata una esigua rispetto agli ultimi decenni e che si è fusa velocemente nei mesi primaverili ed estivi a causa delle alte temperature

Il rapporto si conclude infine con questa considerazione che suona come un vero e proprio allarme:

Il protrarsi nel corso dell’anno di questa combinazione di precipitazioni nevose molto scarse e temperature decisamente sopra le medie climatologiche, ha contribuito ad alimentare le condizioni di forte siccità, oltre ad avere pesanti conseguenze sui ghiacciai alpini che già a partire dai primi giorni di giugno si sono ritrovati in gran parte scoperti da neve: la fusione glaciale 2022 nel settore nord-occidentale delle Alpi è stata quattro volte più intensa rispetto alla media degli ultimi 20 anni.