Dalla fibrillazione per il fischio d’inizio dei mondiali di calcio femminile al terrore nel giro di poche ore: tutta colpa della sparatoria avvenuta ad Auckland, in Nuova Zelanda. Protagonista un giovane di 24 anni, con problemi psichici, pregiudicato per violenze in famiglia.

L’autore della strage è stato ucciso dalla polizia dopo che, pistola alla mano, ha aperto il fuoco contro i passanti nel centro cittadino. Due persone sono rimaste uccise dal folle gesto, mentre sarebbero sei i feriti. Le forze dell’ordine neozelandesi fanno sapere che si tratta di un episodio isolato. L’imminente maxi evento sportivo, dunque, non è in pericolo.

Il fischio d’inizio della prima partita della Coppa del Mondo era in programma alle 19 proprio ad Auckland, la cui area metropolitana è senz’altro la più grande e popolosa del Paese oceaniano. Dopo la vicenda si temeva che la manifestazione potesse subire dei ritardi. E invece la gara tra Nuova Zelanda e Norvegia ha avuto inizio regolarmente.

Sparatoria in Nuova Zelanda, il primo ministro: nessun rischio per la sicurezza

Sull’episodio è intervenuto il primo ministro di Wellington Chris Hipkins, rassicurando tutti sulla mancanza di rischi per la sicurezza nazionale. Il leader neozelandese è stato il primo a confermare il regolare svolgimento della partita di inizio dei mondiali allo stadio di Auckland.

Per l’occasione, per ragioni di sicurezza, è stato disposto un rafforzamento delle misure di sicurezza. A presidiare la città ci sarà uno spiegamento più importante di forze dell’ordine.

Nel frattempo sono emersi ulteriori dettagli sull’aggressore, il cui nome e cognome non sono stati rivelati. Secondo le prime indiscrezioni si tratterebbe di un operaio del cantiere dove è avvenuto il conflitto a fuoco.

Il 24enne, che aveva precedenti penali, si trovava agli arresti domiciliari. Gli era stato però concesso il permesso di andare a lavorare.

Secondo le autorità, le sue condizioni mentali non erano preoccupanti. Non aveva licenze per il possesso di armi da fuoco: si suppone dunque che la pistola non fosse detenuta legalmente.

In Nuova Zelanda, del resto, le regole per il porto d’armi si sono inasprite dopo la sparatoria di Christchurch del 2019, che provocò 51 vittime.

Anche la nazionale italiana si trova in Oceania per il mondiale femminile

I mondiali di calcio femminile 2023, al via oggi, si tengono tra l’Australia e la Nuova Zelanda e avranno la durata di un mese, dal 20 luglio al 20 agosto. Rispetto alla precedente edizione, il campionato è stato allargato da 24 a 32 squadre partecipanti.

Ciò implica che, già dagli scorsi giorni, nelle sedi della manifestazione sono giunti migliaia di atleti, sportivi e tifosi. Oggi, giovedì 20 luglio, si tiene la giornata inaugurale, all’Eden Park di Auckland. Il fischio d’inizio dell’incontro tra Nuova Zelanda e Norvegia è stato puntuale, alle 9 ora italiana. A Sydney va in scena l’altra gara, dove l’Australia affronta l’Irlanda.

Anche la Fifa, federazione responsabile dei mondiali, ha tranquillizzato l’opinione pubblica sull’incidente. Una circostanza che non avrebbe alcun legame con l’evento, che dunque potrà svolgersi con regolarità. Per precauzione, tuttavia, le strade del centro della città sono state isolate, i traghetti cancellati e i bus deviati.

La nazionale norvegese, scesa in campo oggi, alloggia in un hotel nelle vicinanze del cantiere in cui è avvenuta la sparatoria. Le giocatrici hanno fatto sapere di stare bene e di essere al sicuro. Anche la squadra italiana, che alloggia ad Auckland, ha trascorso il pomeriggio in albergo, rinviando la sessione di allenamento prevista.