Mattinata di violenza e paura a Baghdad, in Iraq, dopo l’assalto all’ambasciata svedese da parte di alcuni manifestanti, che hanno dato fuoco all’edificio. Le proteste sono la diretta conseguenza del rogo del Corano avvenuto il 28 giugno in Svezia. I diplomatici, stando a fonti del governo svedese, sono al sicuro.

Iraq, incendiata dai manifestanti l’ambasciata svedese: nessuno ferito | VIDEO

L’ambasciata della Svezia a Baghdad, in Iraq, è stata assaltata da numerosi manifestanti alle prime luci della giornata di oggi, 20 luglio. L’attacco ha portato all’incendio dell’edificio, accolto dalle grida della folla.

Quanto avvenuto è la diretta conseguenza del rogo del Corano avvenuto in Svezia il 28 giugno scorso, in occasione della Eid-al-Adha, la Festa del Sacrificio di Abramo per i musulmani, condannato sia da diversi paesi a maggioranza musulmana, sia dallo stesso Papa Francesco.

Stando a quanto riferito dai testimoni presenti, non risultano esserci vittime o feriti tra il personale dell’ambasciata, come confermato anche dal Ministero degli Esteri svedese.

“Siamo al corrente della situazione. Il personale della nostra ambasciata è al sicuro e il ministero è in contatto regolare con loro”.

Il governo dell’Iraq contro l’assalto all’ambasciata svedese: “Subito un’indagine”

Subito è arrivata la presa di distanza da parte del governo iracheno, che ha condannato l’accaduto.

Il Ministero degli Esteri iracheno ha emesso una nota ufficiale nella quale sottolinea l’impegno che verrà subito dedicato per condurre un’indagine volta a “identificare i responsabili” dell’accaduto.

Responsabili che non si sono affatto nascosti. La manifestazione, infatti, è stata organizzata dai sostenitori di Muqtada al-Sadr, importante leader religioso iracheno, per protestare contro quanto avvenuto in Svezia alla fine di giugno, ritenuto un oltraggio alla loro fede religiosa.

Rogo del Corano, prevista per oggi un’altra manifestazione in Svezia: escalation in vista?

A peggiorare la situazione, potrebbe essere la manifestazione prevista per oggi a Stoccolma, all’esterno dell’ambasciata irachena.

A promuoverla è stato Salwan Momika, rifugiato iracheno in Svezia, che già era stato responsabile del rogo del Corano davanti alla più grande moschea di Stoccolma, all’origine dei fatti di oggi. A quanto si apprende, gli organizzatori della manifestazione sembrano intenzionati a dare alle fiamme un’altra copia del testo sacro e una bandiera dell’Iraq.