Aurelio De Laurentiis non è mai banale e lo ha dimostrato anche partecipando alla giornata di lancio della nuova Fondazione Abruzzo Film Commission dove ha parlato di cinema e del suo modo d’intendere oggi il lavoro di produttore. Il presidente del Napoli e della Filmauro è molto legato alla regione, per questo motivo non ha voluto mancare all’appuntamento. TAG24 ha raccolto sensazioni e impressioni del produttore, che ha sottolineato per l’ennesima volta come non sia più il tempo di investire sul grande schermo.
Aurelio De Laurentiis tra cinema e serie tv, lo show al lancio dell’Abruzzo Film Commission
In un evento di lancio di una film commission che serve a valorizzare e rilanciare gli investimenti per la settima arte Aurelio De Laurentiis decide di affossarla, ma lo fa argomentando in modo chiaro ed in parte condivisibile: “Non buttate i soldi nel cinema, in questo momento non da ricavi. Investite nelle serie tv, Rai Mediaset e Sky stanno facendo un bel lavoro”, è l’invito che fa alla regione Abruzzo come raccolto da TAG24 “Se avete un budget non suddividetelo su tanti film, ma investitelo al massimo su 1 o 2 serie tv di più episodi”. Un grave problema è l’emorragia di pubblico nelle sale che non sembrano riprendersi neppure con i biglietti per i film italiani a 3,50 euro grazie alla cinema revolution: “La gente si è disabituata ad andare al cinema, in America ancora ci vanno ma i costi si sono innalzati paurosamente. Mission Impossible è costato 297 milioni di dollari e Indiana Jones 300 milioni di dollari. Alcuni di questi film non recupereranno i costi di produzione, perché bisogna considerare che non tutti questi soldi vanno al produttore. L’incasso va distribuito tra esercente, distributore e produttore”
Il presidente campione d’Italia poi parla del suo ultimo progetto, ovvero la serie con protagonista Carlo Verdone: “Io ho ultimato Vita da Carlo 2 che uscirà su Paramount Plus nei prossimi mesi, sono fiero di aver approvato tutti e dieci gli episodi. Non solo ridevo mentre lo giravamo, ma mi compiacevo di come avevamo speso bene i soldi. Abbiamo ricostruito interamente la casa di Carlo Verdone in interni ed esterni, un lavoro incredibile. Abbiamo pagato tecnici dagli Stati Uniti, non siamo scesi a compromessi con nessuno. Quando si produce una serie per 20 settimane può davvero essere un investimento valido per far formare e lavorare le maestranze di un territorio”.
Il confronto tra Italia e Stati Uniti
Aurelio De Laurentiis sottolinea i motivi che hanno portato gli Stati Uniti ad essere la principale potenza dell’industria cinematografica nel mondo: “Loro avevano capito che attraverso il cinema avrebbero colonizzato gli altri territori esportando i loro prodotti. Il cinema è stata negli USA fino agli anni ‘90 la prima industria del paese, questo non è poco a differenza dell’Italia dove non è mai stato preso sul serio. I produttori venivano chiamati cinematografari, ma mio padre diceva di non curarmi di qualche imbecille. Mi ha insegnato che il cinema è un’opera dell’ingegno che si realizza attraverso un processo industriale”, poi arriva una stoccata a chi il cinema lo fa e li finanzia “In Italia si da un’identità troppo culturale al cinema, come se si schifasse l’intrattenimento puro. Questo ha molto penalizzato il cinema in Italia ed esaltato il cinema americano, che di questo aspetto ha fatto una religione”.
“Chi si occuperà dell’Abruzzo Film Commission sarà chiamato a gestire soldi pubblici e sarete subissati di raccomandazioni”, sottolinea il presidente della Filmauro rivolgendosi direttamente alla nuova fondazione “Ricordatevi che se uno è veramente capace nella vita non ha bisogno di essere raccomandato. Bisogna capire quali idee sono davvero vincenti e quali sono solo un supporto al protagonismo. Ci vuole un grande rapporto con il prossimo, che va messo davanti a tutto il resto. Il pubblico è il vero committente, non la raccomandazione del politico di turno o di una commissione competente sul piano culturale ma meno sull’aspetto dell’intrattenimento”.
L’invito a creare un’industria piuttosto che a promuovere territori
Aurelio De Laurentiis cita il Trentino, dove il Napoli è in ritiro, come esempio virtuoso da seguire: “Il grosso handicap è che la film commission dovrebbe valutare come creare localmente delle professionalità, perché questo ha uno sfondo sociale importante. Poi vanno invitati i produttori sul territorio per scoprire la potenzialità delle maestranze, noi ad esempio qualche anno fa abbiamo fatto una serie di film in Trentino dove abbiamo ricostruito Trastevere. Molti territori non hanno bisogno di promuovere il territorio, ma di strutturarsi dal punto di vista industriale. Per formare delle nuove professionalità bisogna anche prestare il fianco ad eventuali critiche che arriveranno”, sottolinea poi come debba essere necessario comprendere i bisogni del pubblico: “Non bisogna preoccuparsi di approvare sceneggiature che raccontano il territorio, cercate di approvare sceneggiature che si collegano al pubblico. Bisogna avere persone in grado di studiare ed anticipare le tendenze che ci saranno da qui a 1 anno. Dobbiamo capire su cosa il pubblico vorrà confrontarsi”.