Al Senato oggi è stato approvato, con 93 sì e 28 no, il Ddl che disciplina sugli alimenti e i mangimi sintetici, compresa la carne coltivata. Ora il testo passa all’esame della Camera, mentre si sollevano critiche sull’opportunità di un tale divieto.
Il voto al Senato sul Ddl e la discussione italiana sulla carne sintetica
Quello odierno è stato un voto indicativo ma con un certo peso politico. L’approvazione al Senato del Ddl sulla carne (e cibo) sintetica serve alla maggioranza di centrodestra per segnalare ai propri elettori che si sta facendo di tutto per difendere la sovranità alimentare italiana. Lo scarto fra voti favorevoli (93) e contrari (28) indica chiaramente ciò. Le opposizioni che al di là di qualche dichiarazione nei giorni precedenti non sembrano essere riuscite a fermare il Ddl al Senato. Gli astenuti sono stati 33.
Il disegno di legge ora passa alla Camera. Il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Lollobrigida è soddisfatto per l’esito del voto di oggi:
Tagliare fuori l’Italia da un mercato che varrebbe fra i 5 e i 25 miliardi di dollari arrecherebbe al nostro paese gli stessi danni che, ai tempi, si ebbero con la vicenda della Stamina e della Xylella. Si arriverebbe al rifiuto delle soluzioni che ricercatori e imprenditori possono trovare e a lasciarsi poi travolgere dai problemi.
La senatrice a vita Elena Cattaneo rimarca come la decisione della maggioranza sia una negazione a priori di qualsiasi possibilità per i ricercatori italiani di fare ricerca sulla carne sintetica:
C’è da avere paura di una scelta di governo che, con leggerezza, si vanta di fare del nostro Paese il primo al mondo a vietare “a priori” ogni genere di carne coltivata, mortificando i nostri ricercatori e tagliando fuori le nostre imprese dalla gara mondiale di investimenti innovativi. Inoltre, se e quando l’Efsa dovesse dare il suo “nulla osta”, l’Italia diventerebbe mero consumatore di una tecnologia prodotta altrove.
Quest’ultimo punto non è sottovalutabile. L’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha fatto molte analisi sull’argomento ma ad oggi non ha ancora ricevuto la richiesta dai paesi europei per la commercializzazione di cibo sintetico. Le leggi europee, in caso di autorizzazione, scavalcherebbero quelle italiane, le quali vietano un prodotto che ad oggi non esiste.
I paesi ad impegnarsi più nella creazione di brevetti sono Cina, Brasile e Stati Uniti, mentre l‘autorizzazione al consumo è stata rilasciata in Israele, Paesi Bassi, Stati Uniti e Singapore. Tali paesi hanno impiegato molto tempo per fare tutti i controlli del caso e non si segnalano criticità nei consumatori.