Il caso di Leonardo Apache La Russa si arricchisce di una nuova testimonianza: è quella di Massimo Gilardoni, padre di Tommaso, deejay e amico del figlio del presidente del Senato. Il ragazzo, 24 anni, risulta iscritto dalla Procura di Milano nel registro degli indagati, anche lui con l’accusa di violenza sessuale.

Secondo gli inquirenti, dunque, Tommaso Gilardoni potrebbe essere coinvolto nello stupro di una 22enne presso la discoteca Apophis di Milano. Quella sera, il deejay aveva suonato proprio nel locale in questione.

Il papà di Tommaso, tuttavia, respinge al mittente tali accuse nelle sue dichiarazioni al quotidiano “La Verità”.

Non penso proprio che mio figlio possa aver fatto una cosa del genere, è un ragazzo con la testa sulle spalle. Non penso proprio. Non sono al corrente dei fatti, non sono informato dei rapporti sessuali che ha mio figlio. È certamente un piacione però non so altro.

Il padre di Tommaso, deejay amico di La Russa jr: “Mio figlio sempre circondato da bellissime ragazze”

Gilardoni ha sottolineato di essere a conoscenza del fatto che il figlio, anche per la sua professione da deejay, sia “sempre circondato da bellissime ragazze“.

Anche io sono uno a cui piacciono le donne, mi sembra strano che lui possa aver fatto una cosa del genere. È un giovane molto preparato, molto avanti. So che non fa uso di sostanze stupefacenti. È un ragazzo cresciuto con sani principi.

A detta dell’uomo la denunciante, che aveva anche assunto cocaina la stessa sera, potrebbe aver forzato la mano una volta scoperto di chi fosse figlio Leonardo Apache. E così il signor Massimo si lascia andare a frasi discutibili che tendono ad un atteggiamento di colpevolizzazione della vittima.

Al giorno d’oggi le ragazze magari prima fanno sesso, poi si accorgono con chi l’hanno fatto ed è un attimo che vanno a denunciare le persone. Questa è andata a casa di La Russa, che non è proprio l’ultimo arrivato, ha fatto sesso e poi si è pentita e lo ha denunciato. Può essere andata così.

Ad esternare perplessità analoghe era stato lo stesso Ignazio La Russa, che aveva espresso “molti dubbi sul racconto della ragazza”.