In un paese normale a 67 anni le persone starebbero con i nipotini. In un paese normale a 67 anni le persone starebbero in pensione. Ma siamo in Italia, un paese dove a 67 anni si continua a lavorare. E non un lavoro qualsiasi, ma manovratore di gru. Ad Ancona ha perso la vita un operaio di tra i 67 e i 70 anni e a leggere l’età non ci si può credere. Ma è la realtà dei fatti, che dimostra e sottolinea la pazzia del Belpaese.
L’uomo deceduto questa mattina, del 19 luglio, stava lavorando nel cantiere edile di Amazon in zona Coppetella, in provincia di Ancona e a pochi chilometri da Jesi. Da quanto apprende Tag24, l’uomo ha iniziato a lavorare sulla gru intorno le 7.15 del mattina, quando poi è sceso e si è accasciato al suolo probabilmente per un malore fulminante. Potrebbe trattarsi di un proprietario d’impresa, più che di un operaio. Ma sia come sia, a quell’età non si può andare in cantiere. Ma la legge e le necessità economiche spesso obbligano le persone a lavorare anche ad età avanzata, facendo lavori usuranti.
Sul posto sono arrivati subito gli operatori sanitari del 118 che non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo. Insieme ai sanitari, anche i Carabinieri per capire le dinamiche dell’incidente.
“Quanto accaduto è terribile. I nostri pensieri e le nostre più sentite condoglianze vanno alla famiglia della persona coinvolta. Restiamo a disposizione delle autorità competenti per qualsiasi necessità”.
È stato il messaggio inviato dal Gruppo Amazon logicai srl.
Fillea Cgil: “Non si può morire sul lavoro”
Alessandro Bomprezzi, segretario provinciale Fillea Cgil, racconta a Tag24 cosa è successo nel cantiere e spiega che molto probabilmente era un “titolare d’impresa” e non un dipendente. Ma, a prescindere del ruolo, è impensabile che a quell’età si debba ancora lavorare in un cantiere.
“I ragazzi del cantiere mi hanno detto che si tratta di un titolare di impresa in subappalto che si stava occupando dell’intelaiatura della struttura. Si tratta non di un operaio ma di un titolare. Dovrebbe avere tra i 67 e i 70. È una persona che ha avuto un malore tra le 7.15 e le 7.30 che oggettivamente è un malore che dovrebbe essere riconducibile a una sua patologia pregressa e non riconducibile all’ondata di caldo. Questo è quello che mi è stato riferito da chi il cantiere lo vive”, spiega il segretario provinciale.
“Domani farò un ulteriore passaggio, anche perché oggi il cantiere è stato chiuso per le verifiche degli organi competenti. Dopo di che, noi all’interno del territorio ci stiamo muovendo soprattutto nelle opere pubbliche a rispetto di una rimodulazione dell’orario. Qui abbiamo – sottolinea Bomprezzi – delle grandi opere dove abbiamo già provveduto con le aziende a ridurre l’orario di lavoro e fare in modo che non si lavori nelle ore più calde”.
Se fosse un dipendente, aggiunge, si tratterebbe di “un operario che ha un’età eccessiva” e, dunque, una persona che “non doveva stare lì vista l’età, soprattutto se ha una patologia riconducibile a un problema cardiaco. Credo sia necessario andare a fondo per capire cosa sia successo. Ma non si può morire sul lavoro, a prescindere che si tratti di un dipendente o di un titolare d’impresa”.
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