Partirà dal Senato l’esame del disegno di legge che rappresenta la prima tappa della riforma della giustizia del governo Meloni. Si attende ancora che il Quirinale lo trasmetta alle Camere, ma la firma di Sergio Mattarella è attesa nelle prossime ore. E già si dà per scontato nel centrodestra che fra le audizioni in commissione ci sarà quella dell’Associazione nazionale magistrati: si annuncia uno degli appuntamenti più caldi nell’iter dell’esame parlamentare, dopo lo scambio di accuse e sospetti con Palazzo Chigi. In un clima di tensione appesantito anche dal caso dell’imputazione coatta al sottosegretario Andrea Delmastro e dall’indagine su Visibilia, per cui la ministra del Turismo Daniela Santanchè mercoledì 26 luglio a Palazzo Madama dovrà affrontare la mozione di sfiducia presentata dal M5s. Intanto, dopo il faccia a faccia di giovedì scorso fra il Capo dello Stato e Giorgia Meloni, è iniziata un’operazione di disgelo fra esecutivo e vertici dell’Anm, affidata anche alla diplomazia del sottosegretario alla Presidenza del consiglio Alfredo Mantovano.

Sergio Mattarella firmerà a breve

Viene esclusa al momento qualsiasi ipotesi di un tavolo di confronto con i magistrati. La sede opportuna per ascoltare le osservazioni delle toghe, si ragiona nel governo, saranno appunto le audizioni nelle commissioni parlamentari (a partire da quella Giustizia al Senato, guidata dalla leghista Giulia Bongiorno), che vedranno coinvolti l’Anm e altri soggetti chiave del sistema giudiziario. Fra i nodi di questo disegno di legge c’è anche l’abrogazione dell’abuso d’ufficio. Secondo il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, “sarebbe utile puntualizzare, specificare ulteriormente la fattispecie” del reato ma “sarebbe sbagliato abolirlo del tutto perché, e lo ha detto anche la Cassazione, un funzionario pubblico che intenzionalmente viola la legge a vantaggio di qualcuno per nuocere ad altri commette un comportamento di una gravità tale da dover essere supportato da sanzioni penali”. Il governo si è impegnato ad agire in Parlamento “in modo che la norma sia coerente con la Costituzione”. Ma nella maggioranza si prevede un braccio di ferro con Nordio, spalleggiato da FI. Ancor meno solida di quella del guardasigilli, è la posizione di Santanchè. Da giorni è montato il gelo attorno alla ministra, dentro la maggioranza e il governo. Comunque le opposizioni sulla carta non hanno i voti per far passare la sfiducia.