Il glaucoma è una malattia oculare cronica che si caratterizza per l’aumento della pressione all’interno dell’occhio, chiamata pressione intraoculare. Questo aumento della pressione può danneggiare il nervo ottico e portare gradualmente alla perdita della vista, se non trattato.
Ne parliamo, nella nostra rubrica “Non solo trentatré”, con il Professor Gianluca Manni
Professore Ordinario di Clinica Oculistica all’Università di Roma Tor Vergata. Responsabile del Programma Aziendale Glaucomi nel Policlinico di Tor Vergata. Ha diretto la Scuola di Specializzazione in Oftalmologia dal 2015 al 2022. Autore di 111 articoli su riviste internazionali quasi esclusivamente sul glaucoma con H-index di 33 ed oltre 3400 citazioni Membro dell’AISG (Associazione Italiana Studio Glaucoma). Organizzatore di diversi Congressi e Corsi di formazione sul glaucoma. Membro di numerosi board scientifici finalizzati alla cura del glaucoma Responsabile di decine di studi clinici controllati internazionali.
Glaucoma, cos’è?
D: Professor Manni, cosa è il glaucoma?
R: Il glaucoma è una malattia cronica e progressiva del nervo ottico che comporta una diminuzione del campo visivo e, nelle fasi avanzate, gravi disabilità visive fino alla cecità.
D: La desinenza in “oma” farebbe pensare ad un tumore: deve essere considerato tale?
R: Assolutamente no. La parola glaucoma deriva dal greco “glaukos” e si riferisce ad una speciale tonalità di colore grigio pallido verdastra che, se è applicata all’occhio, indicava probabilmente l’aspetto che alcune forme di glaucoma acuto provocavano alla cornea che è la parte oculare più esterna.
D: Il glaucoma è una malattia rara?
R: Al contrario. È estremamente frequente a tutte le latitudini anche se precise stime d’incidenza e di prevalenza sono impossibili da fare. Utilizzando modelli statistici, a partire dagli studi di popolazione presenti in Letteratura, si calcola, per difetto, che tra qualche anno i pazienti saranno oltre 80 milioni.
D: Perché non è possibile fare un calcolo più accurato? Quali sono le implicazioni?
R: In più della metà dei pazienti il glaucoma può essere completamente asintomatico. La vista non è diminuita almeno nella sua funzione principale, cioè la capacità di percepire le immagini da lontano e da vicino, e soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, non esiste alcun difetto neanche nel campo visivo periferico. Può quindi verificarsi un ritardo nella diagnosi, che può comunque essere raggiunta se il paziente si reca per altri motivi dall’oculista oppure la malattia gradualmente minaccia la vista.
Diagnosi e tipologie di glaucoma
D: Come fa il medico a diagnosticare il glaucoma?
R: Esistono vari tipi di glaucoma e quindi la diagnosi può essere in alcuni casi semplicissima ed in altri veramente difficile. È facile di fronte ad un paziente con una pressione oculare al di sopra della norma ed un tipico danno del nervo ottico con conseguente difetto del campo visivo. Al contrario può risultare complessa nelle prime fasi della malattia o di fronte a casi che noi specialisti chiamiamo sospetti e per i quali il follow-up e la cura risultano differenti a seconda del malato.
D: Lei ha parlato di pressione oculare: cos’è?
R: È la pressione interna dell’occhio determinata dalla produzione e dal riassorbimento di un liquido che si chiamaumor acqueo indispensabile per il nutrimento delle strutture interne dell’occhio quali la cornea ed il cristallino. Questo liquido circola all’interno dell’occhio e viene riassorbito da una struttura davvero straordinaria nella sua morfologia e funzione: una specie di rete a maglie sempre più strette che trattiene il liquido per permettere ad esso di svolgere le funzioni vitali di cui parlavamo prima.
Se questa rete, denominata trabecolato, si danneggia, la pressione oculare aumenta progressivamente finendo per danneggiare le fibre nervose che compongono il disco ottico. Questo è ilpunto di convergenza di tutte le fibre nervose retiniche che, dando origine al nervo ottico, escono dall’occhio e fanno un lungo percorso all’interno del nostro cervello fino ad arrivare alla parte posteriore della scatola cranica (la corteccia occipitale) laddove le immagini provenienti dai due occhi vengono fuse in una sola.
D: In quale modo il glaucoma danneggia il nervo ottico?
R: Vi sono forme di glaucoma in cui la pressione oculare è elevata, mentre in altre è normale. Nelle prime il danno è causato da un alterato metabolismo cellulare e da una diminuzione della circolazione del sangue che irrora il nervo ottico. Nelle seconde le cause vanno ricercate in tutti quei meccanismi, come “stress ossidativo” o una miopia elevata, che possono causare sofferenza, danni e morte delle fibre che costituiscono il nervo ottico con conseguente compromissione della funzionalità dello stesso.
D: Che significa glaucoma ad angolo aperto e glaucoma ad angolo stretto?
R: Tra i diversi tipi di glaucoma, i principali sono quello ad angolo aperto e quello ad angolo chiuso.
Nel glaucoma ad angolo aperto l’umore acqueo raggiunge l’angolo irido-corneale, “la porta d’uscita”, la porzione dell’occhio in cui è contenuto il trabecolato, senza però riuscire a defluire.
Al contrario nelle forme ad angolo stretto l’umore acqueo arriva con difficoltà alla “porta d’uscita” rimanendo spesso intrappolato vicino al luogo dove viene formato. In questo caso esiste la possibilità di un blocco totale dello scorrimento dell’umore acqueo. Questo causa una temibile forma di glaucoma acuto, con aumenti elevatissimi della pressione oculare, che rappresenta una vera e propria emergenza in cui si rischia la perdita della vista. È importante quindi classificare la patologia perché ciò ne consente un’agevole prevenzione”.
Terapia del glaucoma
D: In cosa consiste la terapia del glaucoma?
R: Nell’abbassare la pressione oculare che costituisce il principale fattore di rischio della malattia. A questo scopo abbiamo tre opzioni:
- 1) la terapia medica in cui si utilizzano colliri in grado di ridurre la produzione dell’umor acqueo o di facilitarne il riassorbimento.
- 2) la terapia con il laser ma solo nelle forme con angolo aperto.
- 3) la chirurgia con numerose modalità operatorie”.
D: La terapia è uguale in tutti i pazienti?
R: La terapia varia a seconda dei casi. Come dico spesso non esistono i glaucomi in generale ma pazienti con forme diverse di malattia. È fondamentale individuare lo stadio della malattia e la velocità con cui progredisce, dato variabile da paziente a paziente e sulle quali regoliamo le nostre scelte terapeutiche.
Importante monitorizzare nel tempo lo spessore delle fibre nervose per gli stadi precoci ed intermedi, mentre lo studio dei campi visivi, attraverso esami di campimetria, sarà indicato per le fasi più avanzate del glaucoma.
D: Una corretta terapia consente il miglioramento dei danni del campo visivo?
R: Purtroppo no. Il successo di un trattamento corretto consiste nel rallentare l’evoluzione dei deficit visivi consentendo ai pazienti con le forme iniziali di non avere mai nella loro vita deficit tali da ostacolare la loro qualità di vita.
Invece nei pazienti con forme avanzate, una terapia di successo consiste nell’assicurare all’individuo il mantenimento di una funzione visiva sufficiente a garantire al paziente l’autosufficienza nella vita di tutti i giorni.
D: Quali sono le prospettive future del glaucoma per medici e pazienti?
R: La ricerca ha messo a punto nuove strategie terapeutiche sia di tipo medico che chirurgico. Saranno tra poco disponibili farmaci capaci di diminuire la pressione oculare con meccanismi nuovi nonché sostanze e farmaci finalizzati alla protezione della struttura e della funzione delle cellule gangliari.
Sono già disponibili nuovi dispositivi per una chirurgia del glaucoma che consentono un più rapido recupero post-operatorio. Come in altri campi della medicina saranno solo i dati di studi clinici controllati a guidare le scelte migliori degli oculisti.
Affascinante poi è la ricerca sulle tecnologie della riabilitazione visiva che costituisce un campo di ultraspecializzione con lavoro di equipe di esperti di ingegneria bio-medica, psicologi, posturologi, ortottisti oltreché di oculisti specificamente dedicati a questo settore.
D: Per un trattamento ottimale di una patologia come il glaucoma potenzialmente molto invalidante è necessario ricorrere a Centri altamente specializzati?
R: Lo specialista territoriale in molti casi è perfettamente in grado di diagnosticare la patologia e di monitorarla nel tempo. È necessario però uno stretto rapporto con i Centri specializzati in glaucoma per diagnosticare le forme sospette e per sottoporre a chirurgia i pazienti in cui il danno continua ad avanzare. Da questo punto di vista è auspicabile un miglioramento delle procedure di prenotazione degli esami ad alta tecnologia, evitando al paziente lunghe liste d’attesa ed inutile burocrazia.
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