La notizia della condanna a tre anni di carcere per Patrick Zaki ha scatenato proteste da tutte le sinistre italiane. Inizialmente in silenzio la premier Meloni ha cercato di placare le opposizioni con una nota da palazzo Chigi.

“Il nostro impegno per una soluzione positiva del caso di Patrick Zaki non è mai cessato, continua, abbiamo ancora fiducia”

La vicenda del ricercatore egiziano simbolo di libertà

Parole che però non hanno convinto le opposizioni, dal Partito Democratico alla sinistra radicale, passando per le tante associazioni per i diritti umani tutti stanno prendendo posizione in solidarietà con Patrick Zaki incarcerato oggi dopo il processo in Egitto.

Amnesty International è una delle poche organizzazioni che fin dal primo giorno segue la situazione del ricercatore dell’ateneo bolognese.

“Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di carcere. Un verdetto scandaloso. Dopo 22 mesi di carcere durissimo e un processo iniziato più di un anno fa, l’immagine di Patrick trascinato via dall’aula del tribunale di Mansura è terrificante. Ora più che mai #FreePatrickZaki”

Da Bologna arriva la ferma condanna del presidente Bonaccini

Dalla sua regione d’adozione arriva forte la solidarietà del presidente Stefano Bonaccini, Zaki infatti si è laureato da poco all’Università di Bologna e inoltre ha scritto anche alcuni articoli sul giornale ‘La Repubblica’.

“Una notizia terribile. La condanna di Patrick Zaki a tre anni di carcere (dove tornerà per scontare altri 14 mesi dopo i 22 già passati oltre le sbarre) rende ancora più drammatica la situazione di un ragazzo che sta pagando con la libertà il solo fatto di aver espresso la sua opinione. Ora più che mai continueremo a chiedere la sua liberazione, così che possa tornare a Bologna. Lo stesso faccia il Governo, agendo con le autorità egiziane. Forza Patrick, siamo al tuo fianco”+

La segretaria del Pd Elly Schlein in una nota ha espresso tutta la preoccupazione del popolo di sinistra per le sorti di Patrick Zaki, chiedendo al ministro degli esteri Tajani di venire a riferire in parlamento.

“Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di reclusione in Egitto, vederlo portare via in tribunale pesa come un macigno, non ci sono parole per questa gravissima ingiustizia. Siamo di fronte a un verdetto scandaloso: ora serve la mobilitazione di tutte e tutti per riaffermare le ragioni del diritto e chiederne la liberazione. Il governo italiano batta ufficialmente un colpo: il Ministro Tajani venga a riferire alle Camere

Della Vedova e Piccolotti chiamano in causa il governo

Per l’opposizione la situazione che si verificata oggi è anche colpa del nostro governo che si è fin da subito comportato in maniera accondiscendente nei riguardi del presidente egiziano Al-Sisi.

“Patrick Zaki deve tornare in carcere. Al-Sisi non tollera chi si batte per i diritti umani. Per Meloni e Tajani, che si sono fatti prendere in giro anche sul caso Regeni, è un affidabile interlocutore, per noi è un criminale con cui il nostro paese dovrebbe cessare ogni rapporto”.

Il deputato di +Europa, Della Vedova insiste sulla necessità che si prenda atto della cosa e di non far cadere il tutto nel silenzio come sembra accaduto per il caso Regeni.

“Proviamo come +Europa indignazione per questa palese condanna ingiusta. Chiediamo al governo di non far calare un velo di silenzio per il caso Zaki e il caso Regeni. La sentenza di condanna di Patrick Zaki conferma quanto vale anche per Giulio Regeni: in questi casi solo il ricorso agli strumenti del diritto internazionale può offrire una possibilità di giustizia che non sia quella arbitraria e aberrante tipica di ogni dittatura”

Dal governo italiano una nota della Meloni e poi solo silenzio

Il governo italiano ha voluto lasciare ad una nota di palazzo Chigi il proprio pensiero sulla condanna. Solo un paio di settimane fa la premier Meloni si è sentita via telefono con il presidente egiziano Al-Sisi. La telefona si era conclusa con un comunicato congiunto che parlava di grandi affinità tra i due governi.

Il portavoce egiziano aveva infatti parlato di “un intenso coordinamento e consultazione” tra Italia ed Egitto “in varie questioni regionali”.

Anche se era stato lo stesso ministro degli esteri Tajani ad assicurare l’opinione pubblica italiana sui grandi passi avanti fatti nel dialogo con le autorità egiziane prima sul caso di Giulio Regeni e poi anche sulla questione di Patrick Zaki. Ma a quanto pare, come sottolinea la sinistra con le parole di Bonelli (Verdi Europa).

“Solo pochi mesi fa Tajani si diceva fiducioso su Zaki nel frattempo la premier continua a sostenere il regime di Al-Sisi: il governo italiano, infatti, continua a fare affari con l’Egitto vendendo armi e acquistando gas, ma dimentica i diritti umani. A questo punto chiediamo: che fine ha fatto la richiesta di cittadinanza chiesta dal parlamento per Zaki?”

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