L’opposizione fa ostruzionismo. Questa la strada intrapresa dalla minoranza in Commissione Lavoro in merito alla questione del salario minimo. Oggi era stata infatti calendarizzata la discussione sull’emendamento della maggioranza volto a cancellare completamente la proposta di legge unitaria avanzata da tutte le opposizioni, ad esclusione di Italia Viva. Un campo largo targato PD, M5S, AVS e addirittura Azione, in cui era stata trovata un’inedita convergenza su un tema tanto delicato.
Salario minimo a 9€ lordi l’ora: così si erano dunque espresse in merito le opposizioni, contro le quali il governo ha però espresso un categorico rifiuto. Stando alle sensazioni sembrava allora sicuro che oggi si potesse chiudere definitivamente la partita, con la maggioranza che avrebbe votato in commissione l’emendamento valido ad affossare la proposta. E invece, grazie a una classica operazione di ostruzionismo parlamentare, per mezzo della quale sono stati programmati un numero di interventi troppo alto affinché si riuscisse a chiudere la seduta entro le 13:30, le opposizioni hanno ottenuto il rinvio a domani del voto. Non prima, però, che si concludano gli altri dieci interventi già programmati.
Salario minimo, ESCLUSIVA De Cristofaro (AVS): “La maggioranza sta facendo una cosa vergognosa contro una norma di civiltà”
Che alle opposizioni non andasse proprio giù la decisione della maggioranza, era evidente ormai da giorni. I motivi ce li ha chiariti in maniera estremamente precisa il senatore di Sinistra Italiana Peppe De Cristofaro,intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni: “La maggioranza sta facendo una cosa vergognosa”. Per De Cristofaro, infatti, il salario minimo è “una norma di civiltà in un paese che vive una condizione drammatica”. E per questo motivo “il governo getta la maschera e cancella le promesse fatte in campagna elettorale”.
Ovviamente, nel presentare la proposta unitaria le opposizioni erano consapevoli che avrebbero trovato un muro di gomma da parte del governo. Eppure, aggiunge il senatore di AVS, “ci saremmo aspettati almeno l’apertura di un dialogo”.
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Salario minimo, Walter Rizzetto (FdI), presidente della Commissione Lavoro: “Avrei preferito allargare il dibattito a settembre ma le opposizioni hanno detto no. Il salario cresce se aumenta produttività aziende”
In un certo senso un’apertura, però, è arrivata invece direttamente dal presidente della Commissione Lavoro, in quota Fratelli d’Italia, Walter Rizzetto. Per l’onorevole, infatti, oggi “le cose sono andate sufficientemente bene. Abbiamo ascoltato molte posizioni sul tema, cercheremo di continuare a celebrare questo spazio di dibattito”.
L’attenzione, dunque, si sposta su domani, quando la seduta riprenderà con altri dieci interventi già programmati: “È diritto delle opposizioni continuare a parlarne, non penso sia ostruzionismo”. Ma poi chiarisce che comunque “ci sono delle evidenti storture nella proposta. Su tutte la mancanza di coperture finanziare”.
Rizzetto, però, avrebbe preferito che la discussione prendesse una strada diversa: “Le opposizioni non ci hanno dato spazio. Avevo richiesto di aprire un dialogo più ampio a settembre, quando ci saranno anche nuove proposte da parte della maggioranza. Ci hanno risposto no”. E quando si indaga sulla ricetta della maggioranza, la risposta è perentoria: “Sono favorevole ad applicare i diritti dei lavoratori. Non lo chiamiamo salario minimo legale, ma welfare aziendale, aiuto per i lavori di cura alle famiglie”. E poi la chiusura altrettanto chiara: “I salari aumentano alzando la produttività delle nostre aziende”.
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Occhi puntati, dunque, sulla giornata di domani, per capire se ci sarà ancora spazio per la discussione in aula, a questo punto rinviata a settembre, oppure se la partita si chiuderà definitivamente. O quasi.