E’ il più anziano vincitore del Giro d’Italia ancora vivente. Si chiama Franco Balmamion, da Nole Canavese dove è nato l’11 gennaio del 1940. Trionfò in due edizioni della corsa rosa, nel ’62 e ’63, senza vincere alcuna tappa. Era uno scalatore e non era forte nelle corse in linea ma una volta mi fece un regalo, sì un vero dono a un bambino di dieci anni suo tifoso.
Era il ’67 e il Giro di Toscana, valido come prova unica per il titolo italiano, arriva a Poggibonsi, in provincia di Siena. Ricorda ancora l’emozione e l’esultanza quando lo speaker della corsa annuncia: “Sta per arrivare al traguardo Franco Balmamion della Molteni”. Penso di avergli portato fortuna perchè era tanto bravo nelle corse a tappe quanto modesto nelle gare in linea.
Quella volta che arrivò primo a Poggibonsi davanti al suo giovane tifoso
La storia di questo ciclista detto “il Cinese” per i tratti vagamente orientali riporta a qual ciclismo romantico, fatto di tanta gavetta. Era rimasto orfano tre anni e venne cresciuto da uno zio che era stato qualcuno nel ciclismo, Ettore Balmamion, che lo mandò presto a lavorare in officina a trenta chilometri di distanza da Nole.
Quella distanza è stata la fortuna di Franco perché capì che il ciclismo sarebbe diventata la sua vita e, soprattutto, la sua professione. Nel 2002 uscì la biografia, curata dal giornalista Bruno Bili, “Il campione silenzioso”, edita da Bradipolibri, e nel 2008 il giornalista inglese Herbie Sykies gli dedicò il volume “The Eagle of the Canavese”. La fama di Balmamion, eroe di un ciclismo di altri tempi, è andata anche oltre confine.
Stefano Bisi
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