Alcune dichiarazioni di Ettore Rosato, esponente di Italia Viva che ha smentito presunti passaggi in Forza Italia, avevano riacceso un barlume di possibilità circa il progetto di un partito unico riformista che tenesse dentro il Terzo Polo. Ma a riportare tutti nella realtà è Carlo Calenda. Il leader di Azione, ai microfoni de L’Aria che Tira su La 7, ha categoricamente chiuso a questa possibilità. Le sue parole:

Ormai è abbastanza chiaro che c’è un clima gelato. Io ho promesso, con il mio nome sul simbolo, di fare un partito unico dei liberal-democratici ma Renzi, ad un certo punto, ha cambiato idea. Siamo due partiti separati che cooperano in Parlamento su molte cose ma su alcune no. Ad esempio Italia Viva, nonostante fosse nel nostro programma, non sostiene il salario minimo che per noi è invece fondamentale. Siamo due partiti separati che a volte collaborano, come si fa anche con altri partiti.

Calenda: nessun partito con Renzi. E alle europee…

Eppure, il Terzo Polo va avanti. La federazione esiste ancora e compone i gruppi in Parlamento di Azione ed Italia Viva. Ecco perché è lecito domandarsi se i due partiti decideranno di procedere, in questa formazione, anche in vista delle elezioni europee. Carlo Calenda su questo, senza nascondere la complessità di fondo, si è mostrato più possibilista. Le sue parole:

In vista delle europee faremo dei ragionamenti con Italia Viva e con tutti i movimenti dell’area Renew Europe come Più Europe ed i democratici europei. Ma ragioneremo anche al netto dei rapporti che si sono creati e degli indirizzi politici presi: quello di Italia Viva, ora, mi sembra molto di avvicinamento alla coalizione di governo. Noi, invece, rimaniamo nel mezzo fedeli allo spirito repubblicano che ha caratterizzato il governo Draghi. Valori trasversali che vanno da Mara Carfagna ad Alessio D’Amato, entrato ieri, che è stato del PCI. Rispetto le decisioni di Renzi ma basta, non voglio più far polemiche.

I nuovi ingressi

Il riferimento ad Alessio D’Amato, ex Assessore alla Sanità del Lazio ed attuale Consigliere Regionale, non è casuale. Ieri, infatti, è stato ufficializzato il suo ingresso in Azione contestualmente all’addio dal PD. Calenda ha commentato:

Alessio D’Amato ha posto un problema politico ad Elly Schlein sulla linea del Partito Democratico e non gli è stata data nessuna risposta, quindi, ha deciso di venire a costruire con noi un’area riformista. Elly Schlein contende i voti al Movimento 5 Stelle e questo rende orfana l’area riformista che noi possiamo avvicinare. Ma non c’è nessun calciomercato: se le persone vogliono venire, e sono persone di qualità, le accogliamo a braccia aperte.

Salario minimo, pace fiscale, giustizia

La conversazione procede a tutto tondo e va a toccare i temi cogenti. In primis, quello sul salario minimo. La maggioranza ha affossato la proposta delle opposizioni unite (ad eccezione di Italia Viva) e Calenda ha risposto così alle parole di Antonio Tajani, Segretario di Forza Italia, che ha definito la misura come “roba da Unione Sovietica”:

Tajani ha detto una imbecillità e non sa che tutti i paesi del G7 hanno un salario minimo: USA, Francia e Germania sono l’Unione Sovietica? Tutti i paesi europei stanno lavorando a questo.

Sulla pace fiscale tanto spinta da Salvini ha detto:

Un paese che ha 100 miliardi di evasione fiscale il tema è costruire un collegamento tra abbassamento delle tasse e recupero dell’evasione. Questo lavoro si fa con un fisco più semplice ed abbiamo votato con il governo il taglio del cuneo perché noi non siamo pregiudiziali. Nella delega fiscale non c’è traccia della pace fiscale e della flat tax. Il problema di Salvini è che non va mai oltre lo slogan elettorale. Lui e Meloni si stanno facendo campagna elettorale prima delle europee.

Queste, infine, le sue parole sulla riforma della giustizia:

Sosteniamo l’abolizione dell’abuso d’ufficio che spesso si risolve nell’assoluzione. Con il PNRR molte persone avranno paura ad apporre firme sui progetti. Il sistema giudiziario non va bene perché c’è un eccesso di reati ma le persone non vanno in galera.