Daniela Santanchè, Ministra del Turismo, si chiude a riccio e si fa da scudo. Il ciclone intorno a lei, innescato da una richiesta di Report ed avvalorato dal fatto che è finita indagata per bancarotta fraudolenta, non accenna ad arrestarsi. Il pressing delle opposizioni si fa sempre più forte ed i dubbi interni alla maggioranza, tra chi procede in direzione ostinata e chi invece sarebbe pronto a scaricare la Ministra, non aiutano.

PD: Santanchè si faccia indietro

È il Partito Democratico a tornare, in queste ore, all’attacco. Lo fa Chiara Gribaudo, Vicepresidente del partito di via del Nazzareno, nell’interpellanza al governo proprio sul caso Santanchè. Le sue parole:

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a margine dell’ultimo vertice Nato, ha scelto di rompere il suo prolungato silenzio su questa vicenda dicendo che ‘un avviso di garanzia non determina in automatico le dimissioni di un ministro’. Come ha già provato a fare la ministra quando è andata al Senato, Meloni tenta di utilizzare lo storico scontro tutto italiano tra garantismo e giustizialismo per giustificare la scelta politica di tenere la ministra Santanchè nel suo ruolo.

Il riferimento è alle recenti parole della Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, che dopo vari giorni di silenzio – che hanno posto anche il dubbio di una sua presunta non fiducia nei confronti della Ministra al Turismo – ha rotto l’indugio. Ma l’intervento della Premier non soddisfa il PD che, sempre per mezzo delle parole di Gribaudo, dice:

Non si tratta di giustizialismo: noi chiediamo alla Santanchè di fare un passo indietro per tutelare il prestigio e il lavoro dell’istituzione che presiede, non essendo in grado, al momento, di fornire risposte chiare e inequivocabili sulle accuse di illecito sulla gestione delle sue aziende mosse direttamente dai suoi dipendenti, che ci hanno messo la faccia, attraverso un’importante trasmissione televisiva del nostro paese. E’ una questione di opportunità politica, di rispetto delle istituzioni.

Chiarezza al più presto

Chiede chiarezza Chiara Gribaudo e la pretende dal governo. La deputata dem, infatti, ha chiesto quali siano le iniziative che l’esecutivo intende adottare al fine di fare al più presto chiarezza sui gravi fatti esposti. Fatti che:

Al di là delle loro eventuali implicazioni civili e penali, non sono degni della disciplina e dell’onore che dovrebbero caratterizzare le azioni di un ministro della Repubblica. Chiediamo – aggiunge – quali azioni, nell’ambito delle rispettive competenze, i ministri in indirizzo intendano adottare al fine di tutelare i lavoratori delle società Visibilia e Ki Group e sanzionarne i comportamenti scorretti nei confronti dei loro dipendenti, nonché per tutelare le società messe in difficoltà da una gestione improvvida e scorretta e per fare chiarezza sul prestito non restituito a Invitalia.

I dubbi del PD sono cresciuti in seguito alla insoddisfacente audizione di Santanchè al Senato. Gribaudo ha detto che la Ministra:

Ha scelto di non parlare delle questioni più spinose che riguardavano le sue aziende, spostando l’attenzione su di sé o sul tema del garantismo. Mentre la senatrice festeggiava il Natale riprendendo il suo villaggio natalizio animato a centrotavola, la maggior parte dei dipendenti di Ki Group era stata da poco licenziata senza ricevere la liquidazione. Ci risulta che l’ammontare complessivo delle liquidazioni che Ki Group deve ancora pagare è di circa 800.000 euro.

Infine:

Perché si sono tutelati prima i profitti della ministra e del suo ex compagno invece che tutelare il diritto dei fornitori e al TFR dei lavoratori? Vogliamo sapere precisamente quante persone sono ancora in attesa del TFR e se e come questi lavoratori saranno risarciti dal danno subito, perché non è accettabile che i loro diritti vengano calpestati per la responsabilità di imprenditori avventati, con scarsa etica imprenditoriale e incapaci di gestire le finanze della società, che finiscono per essere premiati dalla vostra maggioranza con la nomina a ministro della Repubblica.