Dai risultati delle prove Invalsi 2023 è emersa una frattura tra Nord e Sud che ha portato il ministro dell’Istruzione Valditara ad annunciare una serie di interventi per sanare il divario che interessa le scuole del Mezzogiorno. “Non mi sembra una buona idea. Credo servano interventi strutturali che riguardato tutta l’Italia. Anche al Nord ci sono tanti contesti dove le cose non funzionano come dovrebbero. Non servono questi interventi spot, buttati lì ogni tanto, coinvolgendo magari il terzo settore”, così Cristiano Corsini, pedagogista dell’Università Roma Tre, al Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.
Prove Invalsi, la metà degli adolescenti non comprende quello che legge? Corsini: “Non è così”
Il recente Rapporto Invalsi 2023 ha messo in evidenza la dicotomia territoriale del nostro Paese, rivelando le fragilità del Sud Italia. Una frattura “moralmente inaccettabile”, l’ha definita il Ministro Valditara. Viale Trastevere ha quindi individuato dieci interventi per le scuole a maggior rischio dispersione, cominciando con 240 del Mezzogiorno.
“Credo sia fondamentare intervenire investendo sugli spazi – spiega il professore – sulle aule sovraffollate perché non è stato fatto alcun intervento nonostante la pandemia. Il tempo pieno non esiste al Sud ma neanche nella scuola secondaria al Nord. Investire sulla qualità della formazione e della selezione dei nostri docenti, pagando molto di più chi insegna. Questi sono gli interventi che servono. Non serve a nulla intervenire solo su 240 scuole”.
Dopo la diffusione dei risultati delle prove Invalsi 2023 molti giornali e siti di informazione hanno scritto che la metà degli adolescenti non capisce quello che legge. Secondo il pedagogista Cristiano Corsini non è così.
“I nostri adolescenti comprendono quello che leggono. Le prove Invalsi non sono un test qualunque e non è detto che tutti gli studenti siano interessati a impegnarsi su quel testo. È sbagliato pensare di poter valutare l’apprendimento usando una singola prova e dando per scontato che con quella singola prova si possa misurare il livello di apprendimento: è un errore gravissimo. Le prove Invalsi sono utile per ragionare a livello sistemico, possono essere utili a ragionare su una scuola ma non sono utili per ragionale sugli apprendimenti raggiunti da un singolo studente. È un errore che abbiamo commesso qualche anno fa e lo stiamo pagando a caro prezzo. Per valutare una competenza sono necessarie più prove di natura diversa. Bisognerebbe inserire dei formati nuovi e dare la possibilità di rispondere in maniera aperta e complessa”, ha aggiunto Corsini.