Quali sono i rischi delle obbligazioni? Un’obbligazione non è altro che un titolo di credito che prevede la concessione di un “prestito” da parte del risparmiatore nei confronti di un emittente.

Quest’ultimo, in particolare, è obbligato ad effettuare il rimborso del capitale entro la scadenza prevista dall’obbligazione stessa, in aggiunta al quale deve essere corrisposto anche un rendimento fisso e/o variabile.

Esistono due differenti tipologie di obbligazioni, ovvero:

  • le obbligazioni plain vanilla, le quali presentano una struttura estremamente semplice, come può essere quella di un BTP (Buono del Tesoro Poliennale) o di un BOT (Buono Ordinario del Tesoro), e le quali non presentano opzionalità:
    • obbligazioni a tasso fisso;
    • obbligazioni a tasso variabile;
    • obbligazioni zero coupon.
  • le obbligazioni strutturate, le quali sono dei titoli di debito formati da:
    • un’obbligazione;
    • una o più componenti denominate “derivative”.

Senza indugiare ulteriormente, dunque, andiamo a vedere qui di seguito quali sono i rischi delle obbligazioni ed, in particolare, che cosa rappresenta ognuno di essi.

Quali sono i rischi delle obbligazioni? Un’analisi nel dettaglio di che cosa rappresenta ognuno di essi

rischi ai quali si va in contro decidendo di investire in titoli azionari sono fondamentalmente 4, ossia:

  • il rischio di mercato;
  • il rischio di cambio;
  • il rischio di credito;
  • il rischio di liquidità.

La prima tipologia di rischio alla quale l’investitore deve far fronte è il rischio di mercato, ovvero il fatto che l’ammontare degli interessi che vengono riconosciuti sia legato all’andamento del mercato ed, in particolare, alle variazioni che intercorrono per quanto riguarda il prezzo dei titoli stessi.

Nello specifico, in merito al rendimento delle obbligazioni:

“Il rendimento di un titolo obbligazionario si avvicinerà a quello offerto dal titolo stesso al momento dell’acquisto solo nel caso in cui il titolo stesso venisse detenuto dall’investitore fino alla scadenza.

Qualora l’investitore avesse necessità di smobilizzare l’investimento prima della scadenza del titolo, il rendimento effettivo potrebbe rivelarsi diverso da quello garantito dal titolo al momento del suo acquisto. In particolare, per i titoli che prevedono il pagamento di interessi fissi nel corso della durata del prestito, più lunga è la vita residua maggiore è la variabilità del prezzo del titolo stesso rispetto a variazioni dei tassi d’interesse di mercato.”

Per quanto riguarda specificatamente le obbligazioni strutturate, il rischio di mercato è legato principalmente a:

  • il rischio di volatilità, ovvero il quale porta l’investitore a non conoscere l’esatto ammontare che potrà ricevere indietro dall’investimento, dal momento che il rendimento dello stesso è legato alle fluttuazioni che subiscono i prezzi di mercato dei titoli obbligazionari;
  • il rischio di correlazione, il quale prevede che il prezzo delle obbligazioni sia variabile in base all’andamento degli strumenti finanziari sottostanti.

Il secondo rischio da considerare è il rischio di cambio, il quale comporta il fatto che le variazioni che si verificano in merito al valore di una valuta possano effettivamente provocare delle variazioni anche per quanto riguarda il valore di mercato dell’investimento.

“Qualora uno strumento finanziario sia denominato in una divisa diversa da quella di riferimento per l’investitore, tipicamente l’euro per l’investitore italiano, o sia agganciato a parametri di riferimento quotati in una valuta differente da quella di riferimento dell’investitore, al fine di valutare la rischiosità complessiva dell’investimento occorre tenere presente la volatilità del rapporto di cambio tra la divisa di riferimento (euro) e la divisa estera in cui è denominato l’investimento.”

Dopodiché, bisogna considerare il rischio di liquidità, il quale è strettamente legato alla difficoltà o impossibilità per l’investitore di liquidare l’ammontare investito senza subire una perdita del suo valore.

L’ultimo rischio, invece, è il rischio di credito, ovvero che la società emittente non sia in grado di erogare gli interessi o di rimborsare il capitale prestato.

A tal proposito, l’investitore rischia di perdere tutto il capitale nel caso in cui la società emittente non sia solida a livello patrimoniale e sia soggetta alla procedura di fallimento.

LEGGI ANCHE Quali sono i rischi di investire in azioni?