Quali sono i rischi di investire in azioni? Il rischio principale al quale bisogna prestare la dovuta attenzione è il rischio economico e patrimoniale, dal momento che investendo in titoli azionari si acquista e si diventa il proprietario di una quota del capitale della società, partecipando a tutti gli effetti a tutti gli aspetti che sono legati alla vita della stessa.
Le azioni, quindi, possono essere definiti come una tipologia di titoli di capitale e, a parità di condizioni, possono essere considerate maggiormente rischiose rispetto ad un titolo di debito, come ad esempio un’obbligazione.
Questo perché i titoli azionari garantiscono una remunerazione che varia in base all’andamento economica della società sulla quale si è investito.
Esistono 3 diverse categorie di azioni che permettono di beneficiare di differenti dividendi e di un differente diritto di voto, ovvero:
- ordinarie;
- privilegiate;
- di risparmio.
Senza indugiare ulteriormente, quindi, andiamo subito a vedere insieme quali sono i rischi di investire in azioni ed, in particolare, che cosa rappresenta ognuno di essi.
Quali sono i rischi di investire in azioni? Un’analisi nel dettaglio di che cosa rappresenta ognuno di essi
I rischi ai quali si va in contro decidendo di investire in titoli azionari sono fondamentalmente 4, ossia:
- il rischio di mercato;
- il rischio di cambio;
- il rischio di liquidità;
- il rischio di credito.
Il rischio di mercato al quale si deve far fronte è principalmente quello legato alla volatilità delle azioni, la quale porta l’investitore a non conoscere l’esatto importo che gli sarà riconosciuto del tempo, dal momento che quest’ultimo è legato alle fluttuazioni che subiscono i prezzi di mercato dei titoli azionari.
La volatilità è un aspetto principale dei rischi legati all’investimento in azioni, soprattutto se messa a confronto con quella che presentano altri strumenti finanziari come i Titoli di Stato.
Ma cosa si intende per volatilità?
“Per volatilità di un investimento si intende generalmente l’ampiezza degli scostamenti delle quotazioni rispetto alla media registrata nell’ambito di un determinato intervallo temporale.
Maggiore è tale volatilità nel tempo maggiori sono le probabilità che, al momento della liquidazione dell’investimento, il valore dell’investimento possa risultare inferiore al valore d’acquisto.”
Il secondo rischio da considerare è il rischio di cambio, ovvero il rischio che le variazioni che si verificano per quanto riguarda il valore di una valuta possano provocare delle variazioni anche nel valore di mercato dell’investimento.
“Qualora uno strumento finanziario sia denominato in una divisa diversa da quella di riferimento per l’investitore, tipicamente l’euro per l’investitore italiano, o sia agganciato a parametri di riferimento quotati in una valuta differente da quella di riferimento dell’investitore, al fine di valutare la rischiosità complessiva dell’investimento occorre tenere presente la volatilità del rapporto di cambio tra la divisa di riferimento (euro) e la divisa estera in cui è denominato l’investimento.
L’investitore deve considerare che i rapporti di cambio con le divise di molti paesi in particolare di quelli in via di sviluppo, sono altamente volatili e che comunque l’andamento dei tassi di cambio può condizionare il risultato complessivo dell’investimento.”
Il rischio di liquidità, invece, dipende dalle caratteristiche del mercato nel quale è trattato il titolo azionario ed è legato alla difficoltà o alla impossibilità di andare a liquidare il proprio investimento senza subire una perdita del valore dell’azione.
Infine, l’ultimo rischio da tenere bene a mente è il rischio di credito, il quale può portare anche alla perdita totale dell’investimento effettuato.
Questo, in particolare, si verifica quando una società non è particolarmente solida a livello patrimoniale e cessa di esistere in seguito alla procedura del fallimento.
In tale circostanza risulta estremamente complesso poter ricevere indietro anche solo una minima parte dell’ammontare che è stato investito.