Risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza è l’arte suprema dell’insegnante. Lo diceva Albert Einstein e ce lo ricorda Mario Calabresi nella sua newsletter settimanale dedicata ad “altre storie”. Questa settimana ci racconta quella di Enzo Novara, il professore di liceo salutato dai suoi studenti dopo l’ultima lezione prima della pensione.

Di fronte ai tanti che gli hanno chiesto il perché di tanto affetto, il docente ha risposto in maniera semplice: “Credo di aver insegnato con scrupolo e dedizione”.

Di insegnanti come il professor Novara ce ne sono tanti in Italia, malpagati come lui ma gratificati della stima degli allievi. La storia umana e professionale del docente ha stimolato Mario Calabresi a ricordare l’insegnante al quale è stato particolarmente legato, il severo professor Enzo Falchetti, “per molti versi era faticoso, irascibile e severo, ma che ogni sabato ci leggeva ad alta voce I Promessi Sposi, camminando per due ore avanti e indietro nella classe“. E Calabresi sente “ancora la sua voce e ognuno di noi ricorda frasi, toni, momenti in cui il tempo della scuola si è fermato e ci è rimasto incollato addosso”.

Ricordi di docenti che hanno risvegliato la gioia della creatività e della conoscenza

Anche io ricordo con gratitudine la mia maestra elementare, Cosma Serchi. Per cinque anni, all’inizio degli anni Sessanta, accompagnò noi bambini di Arbia scalo nelle Crete senesi dalla prima alla quinta elementare. Non volle tornare a insegnare in città fino a quando non finimmo quel ciclo scolastico. Nel ’67, in quinta, promosse il giornalino di classe, una rivoluzione per quei tempi. Scrissi il mio primo articolo, dedicato alla morte del calciatore Luigi Meroni, la Farfalla granata. Da allora non ho più smesso di scrivere.

Stefano Bisi

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