Nessun segnale dalla Russia all’Onu a proposito della proroga dell’accordo sul grano. L’Organizzazione sottolinea come “oggi, 17 luglio” sia “l’ultimo giorno dell’iniziativa”.

Nonostante la mancanza di novità resiste la speranza di una possibile estensione last minute dell’accordo. Lo conferma una fonte del Palazzo di Vetro, quartier generale newyorkese delle Nazioni Unite.

Stiamo ancora aspettando Mosca, tutto è possibile.

Non sarebbe neppure la prima volta, del resto. Più volte il patto è andato vicino alla sospensione, per poi essere rimesso in piedi dopo un nuovo accordo.

L’ultima nave carica di cibo ucraino ha lasciato Odessa lo scorso sabato 15 luglio, mentre è dallo scorso 27 giugno che nuove navi non solcano il Mar Nero.

Onu annuncia stop all’accordo sul grano ucraino, cosa prevede l’iniziativa firmata nel 2022

Conquistata dopo intensi negoziati, l’iniziativa serviva a creare corridoi sicuri sul Mar Nero per il trasporto di grano. L’obiettivo era quello di scongiurare una grave crisi alimentare dopo lo scoppio del conflitto.

Siglato dai rappresentanti di Russia, Turchia, Ucraina e Onu il 22 luglio 2022, l’accordo è stato più volte esteso e prorogato sino ad oggi, lunedì 17 luglio, data di naturale scadenza.

Decisivo finora si era rivelato il ruolo da garante di Ankara, che si è assunta anche il compito di controllare tutto il traffico delle navi. In parallelo, Mosca aveva raggiunto un altro accordo con l’Onu per favorire le esportazioni russe di cereali e fertilizzanti.

Alla base della battuta d’arresto ci sarebbe l’insoddisfazione russa sulle restrizioni alle proprie esportazioni. Pochi giorni prima della scadenza dell’accordo, il 13 luglio scorso, Vladimir Putin aveva dichiarato che nulla era stato fatto per la Russia come parte dell’accordo sul grano. Secondo il capo del Cremlino, dunque, si trattava di un gioco a senso unico.

Da qui l’apertura, da parte dello zar, all’opzione di sospendere la partecipazione all’accordo sul grano, per tornare a ragionarvi soltanto nel momento in cui le condizioni riguardanti Mosca siano soddisfatte.

La palla passa dunque al presidente russo: lo scorso venerdì 14 luglio Recep Tayyip Erdogan aveva garantito su Putin, rivelando che avrebbe sbloccato la situazione. Sempre venerdì il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha detto di “non poter confermare” l’eventuale stipula di un nuovo accordo.