Maxi rissa tra due fazioni nel carcere di Uta, a Cagliari. Ad avere la peggio però sono state le guardie carcerarie, costrette a ripiegare e riparare in un luogo sicuro. La denuncia arriva da Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria.
De Fazio ha spiegato che due fazioni di detenuti, formate da algerini e italiani, hanno iniziato ad aggredirsi. Gli agenti però non sono riusciti a tenere a bada i carcerati molto probabilmente per il loro numero.
“Sembrerebbe che i pochissimi agenti di servizio sarebbero stati circondati e costretti a riparare all’interno di box. In questi minuti stanno accorrendo altri appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria liberi dal servizio e appositamente richiamati per cercare di ripristinare l’ordine e la sicurezza”.
Ha denunciato il segretario generale della Uilpa, spiegando che “anche le risse e quelli che potrebbero configurarsi come veri e propri sequestri sono all’ordine del giorno nelle carceri“.
Cagliari, rissa in carcere. Il sindacato: “Temiamo una estate rovente”
La situazione è sempre più calda e rischiosa e “va ulteriormente deteriorandosi, al di là delle promesse e della narrazione governativa”.
“Nonostante le dichiarazioni d’intenti, spesso condivisibili e persino apprezzabili, dell’Esecutivo, soprattutto per bocca del Sottosegretario al Ministero della Giustizia, con specifica delega, Andrea Delmastro delle Vedove, non si intravedono risultati concreti e temiamo un’estate rovente non solo sotto l’aspetto climatico”.
Incalza il Segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria e tira in ballo la premier Giorgia Meloni, insieme al suo ministro della Giustizia, Nordio.
“A questo punto, attesa anche l’assoluta assenza sulle tematiche penitenziarie del Guardasigilli, Carlo Nordio, invochiamo l’interessamento diretto del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affinché si prenda atto dell’emergenza e si vari un decreto carceri per affrontarla attraverso immediate assunzioni straordinarie, alla Polizia penitenziaria mancano 18mila unità, dotazione di equipaggiamenti e revisione del modello custodiale. Parallelamente, inoltre, il Parlamento dovrebbe approvare una legge delega per la reingegnerizzazione dell’apparato carcerario e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria”.
La versione del Sappe
Nella serata di domenica 16 luglio, dopo poche ore dai disordini denunciati dal sindacato Uilpa, arriva una correzione dal Sappe. Luca Fais, segretario regionale, dà una versione diversa, spiegando che – come appreso dal Sappe – “alcuni detenuti sardi si sono rifiutati di rientrare in cella per rivalità con algerini, pertanto si sono messi in saletta socialità fini a quando non avrebbero spostato questi stranieri”.
Fais punta il dito contro un altro evento grave, cioè la distruzione della cella da parte di un detenuto e accusa il Provveditorato regionale di Cagliari.
“Il fatto più eclatante di oggi è quello che un detenuto allocato nelle celle attigue alla matricola ha distrutto la cella. Nonostante sia stato chiesto l’allontanamento per minacce di morte reiterate a più poliziotti, il Provveditorato regionale di Cagliari non ha accolto la richiesta di trasferimento. Permangono inoltre, ad oggi, due soggetti che continuano a minare l’ordine e la sicurezza dell’istituto e il Dipartimento e il Prap non intervengono”.
Il segretario regionale del Sappe sottolinea che
“nulla l’Amministrazione riesce a porre in essere per eliminare queste criticità. Tale situazione di immobilismo da parte dell’amministrazione penitenziaria sta mettendo a dura prova il lavoro della Polizia Penitenziaria, tanto che come SAPPE stiamo decidendo di dare vita a breve ad eclatanti azioni di protesta per manifestare il proprio disagio lavorativo”.