Cosa sono i CCT? I Certificati di Credito del Tesoro (CCT) sono dei Titoli di Stato con una durata pari a 7 anni, in cui vengono riconosciuti degli interessi variabili.
Nello specifico, la remunerazione che viene garantita a quegli investitori che sottoscrivono questo titolo prevede il pagamento di cedole posticipate indicizzate al rendimento dei Buoni Ordinari del Tesoro semestrali, nonché l’eventuale scarto di emissione, il quale è dato dalla differenza che intercorre tra il valore nominale ed il prezzo che viene effettivamente erogato per quanto riguarda il buono.
Senza indugiare ulteriormente, quindi, andiamo subito a vedere insieme che cosa sono i CCT ed, in particolare, quali sono le sue principali caratteristiche, perché investire in questa tipologia di Titolo di Stato e qual è il meccanismo d’asta previsto per la sua sottoscrizione.
Cosa sono i CCT? Ecco quali sono le sue principali caratteristiche
Ecco qui di seguito, in maniera molto sintetica, quelle che sono le principali caratteristiche dei Certificati di Credito del Tesoro (CCT) indicizzati al rendimento dei BOT semestrali:
- valuta – euro;
- scadenze – 7 anni;
- remunerazione – cedole semestrali variabili posticipate, le quali vengono indicizzate ai BOT semestrali più margine (c.d. spread), ed eventuale scarto di emissione;
- meccanismo d’asta – asta marginale, nella quale vengono determinati in maniera discrezionale il prezzo totale di aggiudicazione ed il quantitativo di titoli da emettere;
- periodicità aste – una volta al mese;
- data di regolamento – 2 giorni lavorativi, sia per quanto riguarda il mercato primario che per quanto riguarda il mercato secondario;
- convenzioni di mercato – giorni effettivi/giorni effettivi per il calcolo del rendimento e dei dietimi;
- modalità di rimborso – alla pari, in un’unica soluzione al momento della scadenza del titolo;
- taglio minimo – 1.000 euro e suoi multipli;
- tassazione – agevolata al 12,5%.
Perché investire in CCT? Ecco quali sono i vantaggi di questa tipologia di Titolo di Stato
I CCT sono degli ottimi strumenti di investimento in quanto a sicurezza, dal momento che, visto che le cedole sono adeguate ai tassi di mercato, prevedono perlomeno il riconoscimento di un capitale che sarà verosimilmente uguale a quello che è stato investito al momento della sottoscrizione del titolo.
Ecco qui di seguito un piccolo approfondimento dei Certificati di Credito del Tesoro presente all’interno del sito web ufficiale del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF):
“I CCT sono emessi, dal marzo 1991, a sette anni. Analogamente agli altri titoli di Stato, i CCT sono trattati regolarmente sul mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato (MOT) per tagli di piccolo importo (lotti da 1.000 euro o multipli) e sul mercato telematico a pronti dei titoli di Stato (MTS) per scambi non inferiori a 2,5 milioni di euro.
Chi vuole acquistare un CCT in asta deve effettuare la prenotazione presso un intermediario autorizzato entro il giorno precedente l’asta.
Essendo titoli soggetti al regime di dematerializzazione, gli importi sottoscritti dei CCT sono rappresentati da iscrizioni contabili a favore degli aventi diritto.
Le commissioni di collocamento previste per i CCT ammontano allo 0,30% (30 punti base) del capitale sottoscritto e sono retrocesse dal Tesoro agli intermediari finanziari al momento della sottoscrizione. Conseguentemente, gli intermediari sono tenuti ad applicare alla clientela il prezzo d’asta, senza aggravio di commissioni.”
Come funziona il meccanismo d’asta?
La modalità di collocamento dei CCT è l’asta marginale con determinazione discrezionale del prezzo totale di aggiudicazione e del numero di titoli che devono essere emessi da parte del MEF.
“È previsto un meccanismo di esclusione delle domande speculative. Tale meccanismo è indicato dettagliatamente in ciascun decreto d’emissione. Lo stesso decreto stabilisce i termini del collocamento supplementare, riservato agli specialisti in titoli di stato, tecnicamente configurato come una tranche successiva. Possono accedere a tale collocamento supplementare solo gli specialisti che abbiano partecipato all’asta appena conclusa.”