Valentino Rossi sigla la sua prima vittoria al GT World Challenge di Misano, su una pista su cui aveva trionfato ben tre volte in MotoGp

GT World Challenge Europe: vittoria a Misano per Valentino Rossi

Valentino Rossi sa come si vince a Misano, a prescindere dal mezzo. Dopo aver trionfato in MotoGp ben tre volte su questa pista, Il Dottore sulla sua Bmw – insieme a Maxime Martin – porta a casa una vittoria fondamentale in Gara 2! Valentino Rossi sembra essersi calato ormai appieno nella sua nuova avventura a 4 ruote. Il Dottore, che questa stagione aveva già festeggiato il podio alla 24 ore di Dubai, ha finalmente centrato il successo nella gara-2 della Le Mans Cup, gara di supporto della leggendaria 24 ore. Il pilota di Tavullia ha mostrato netti miglioramenti rispetto alla prima altalenate stagione nel GT World Challenge alla guida della Audi R8. Gli incoraggianti risultati raggiunti con la BMW M4 sono stati accolti con grande ottimismo in vista di una possibile partecipazione alla 24 ore di Le Mans nel 2024.

Valentino è rimasto estremamente attivo nel mondo delle due ruote, fondando la scuderia VR46 con l’obiettivo di aiutare a crescere i giovani talenti italiani. Proprio da questo progetto e dal suo impegno, uscirà il talento di Francesco Bagnaia, vincitore del mondiale MotoGP 2022 e protagonista assoluto anche nel 2023.
Alla luce di progetti, ambizioni e possibilità, gli ultimi scuri anni in MotoGP di Rossi restano una macchia che si poteva forse evitare. La volontà di stringere i denti contro l’inevitabile avanzare dell’età rimane un tema spinoso. Il rischio rimane, come già citato, quello di macchiare l’immagine creata negli anni più vincenti, soprattutto nel caso di carriere fuori dal comune (come accaduto anche infatti in F1 con il ritorno in F1 di Schumacher con la Mercedes).
Con l’approdo nel mondiale GT, Rossi ha dimostrato di avere ancora nelle mani il talento infinito mostrato a cavallo del nuovo millennio in MotoGP. Questa seconda giovinezza non potrà che aiutare a riavvicinare il Dottore all’immagine del pluricampione da cui forse si era allontanato troppo con le ultime dolorose stagioni su due ruote.

Marc Marquez, predestinato ad essere il nuovo Valentino Rossi

Altra storia quella invece di Marquez, designato come erede di Valentino Rossi, destinato quasi inevitabilmente a spazzare via i suoi record. Due mondiali vinti a 19 anni nelle due classi minori, e l’annuncio del futuro passaggio in MotoGP nel team Honda Repsol già a 18 anni dopo la prima stagione in Moto2. Poi un susseguirsi di successi e record. Alla sua seconda gara infrange il record come pilota più giovane di sempre a siglare una pole position e a vincere un Gran Premio nella classe regina. Nello stesso anno, alla prima partecipazione in MotoGp, si laureerà campione del mondo, eguagliando l’impresa riuscita solo a Kenny Roberts prima di lui, e siglando un altro record di precocità. Marquez colleziona 6 titoli mondiali in 7 anni, interrotti solo dal terzo posto della stagione 2015 in cui termina terzo. Un anno che racconta di una rivalità forse fin troppo accesa proprio con Valentino Rossi, alla ricerca del decimo titolo iridato in una lotta serratissima con Lorenzo. Una serie di battaglie al limite, culminate nel contatto in Malesia dove il Dottore si fa giustizia da solo nei confronti di Marquez ricevendo una severa penalità per il successivo GP di Valencia. Gara successivamente passata alla storia per la rimonta di Rossi dall’ultima posizione, e la vittoria di Lorenzo, campione del mondo al traguardo, secondo molti “scortato” da Marquez che non lo attaccherà mai chiudendo secondo a pochi decimi.
Nel 2020, ad un solo mondiale dal riuscire ad eguagliare il record di Rossi, alla prima gara in Qatar subisce una frattura all’omero dopo una rovinosa caduta. Da qui cambiano completamente direzione la sua carriera e la storia del motomondiale.