Caposaldo inconfondibile della romanità, la grattachecca romana è la tipica bevanda a base di ghiaccio da sorseggiare tra le vie della Capitale durante le afose giornate estive. Dissetante e freschissima, non va assolutamente confusa con la sicilianissima granita!
La granita, infatti, viene fatta mescolando acqua e zucchero a sciroppi di vari gusti, succhi di frutta e ingredienti come pistacchi o mandorle. Viene messa a congelare solo in un secondo momento, in modo da ottenere un composto semi-congelato, dalla consistenza liquida e morbida, non troppo granulosa. Al contrario, la grattachecca si fa proprio grattando il ghiaccio che, solo successivamente, viene arricchito con pezzi di frutta fresca.
Da non confondere con la granita: ecco la grattachecca romana
La grattachecca romana deve il suo nome al verbo “grattare a checca”, che in romanesco fa riferimento all’azione con la quale si ottiene la “ghiacciata”: servendosi di uno speciale raschietto in ferro, si gratta via il ghiaccio a neve da un blocco di ghiaccio utilizzato per mantenere al fresco cibi e bevande quando ancora non esistevano i frigoriferi, la “checca” appunto.
La raschiatura del ghiaccio va naturalmente fatta sul momento, andando a riempire il bicchiere. Il raschietto con cui si fa l’operazione è infatti dotato di una camera vuota posteriore che permette di accumulare progressivamente il ghiaccio, che poi va svuotato nel bicchiere. Solo successivamente, al contrario di quanto avviene nella preparazione della granita, si aggiungono sciroppi, spremute di frutta e pezzi di frutta fresca. Il tutto viene servito con cucchiaino e cannuccia, in modo da poter prima sgranocchiare il ghiaccio con i denti, mangiare la frutta e, infine, gustarsi lo sciroppo o il succo scelto.Quelli che vanno per la maggiore sono latte di mandorla con pezzi di cocco, limone, fragola, pesca, anguria e melone.
Origini antiche
Anche se il rito della grattachecca romana così come oggi lo conosciamo nasce agli inizi del Novecento, il cosiddetto”bere freddo” risale addirittura all’antica Roma. I patrizi erano infatti particolarmente golosi di nivatae potiones, l’antenato della grattachecca, che Plinio il Vecchio descrive come “una bevanda composta da ghiaccio finemente tritato e miele con un’altra porzione di ghiaccio e succo di frutta, in modo da ottenere una crema ghiacciata”.
Ma c’è chi dice che a inventare la grattachecca fu il generale Quinto Fabio Massimo. Costui pare fece portare dal Terminillo la neve che venne aromatizzata con sostanze dolci: nacquero i primi “Thermopolia”, i primi grattacheccari.
E’ però appunto agli inizi del Novecento che la tipica bevanda romana nasce nei chioschetti di Trastevere che esistono ancora oggi. Il più antico è probabilmente “Alla fonte d’oro”, sul Lungotevere Raffaello Sanzio, che ha visto la luce nellontano 1913. Risale invece al 1933 “Sora Maria”, in Via Trionfale.
Come fare la grattachecca romana a casa
Se siete lontani dalla Capitale, non temete! Potete provare a realizzare la grattachecca romana a casa vostra. Preparate una adeguata quantità di ghiaccio e, man mano che è pronto, raccoglietelo in un contenitore e conservatelo in congelatore. Scegliete la frutta fresca che preferite, lavatela e tagliatela a spicchi.
Al momento della preparazione, tirate il ghiaccio fuori dal freezer qualche minuto prima di tritarlo, per permettergli di ammorbidirsi leggermente. Mettete i cubetti di ghiaccio che avete preparato in un robot da cucina e frullate in modo da ottenere delle scaglie simili alla neve. Versate immediatamente il ghiaccio tritato all’interno di bicchieri stretti e alti e versate all’interno di ognuno un po’ di sciroppo o di succo del gusto che vi piace di più. Completate la vostra grattachecca romana con l’aggiunta di frutta fresca e foglioline di menta, poi servitela con cucchiaino e cannuccia.
Vi è piaciuta la grattachecca romana? Allora provate anche a farvi in casa il gelato senza gelatiera: facilissimo e super gustoso.