Si è spento stamani, 16 luglio, monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea nonché memoria di alcuni tra gli eventi più importanti e dolorosi dell’Italia contemporanea. Avrebbe compiuto cent’anni il prossimo 23 novembre.

Chi era monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea morto a 99 anni.

L’ultimo vescovo italiano ancora in vita tra coloro i quali presero parte al Concilio Vaticano II tra il 1962 e il ’65 si trovava nella sua residenza di Albano d’Ivrea. La nota ufficiale della diocesi piemontese riporta:

Il vescovo ha ricevuto l’Eucaristia, l’Unzione degli Infermi e la Benedizione Papale con grande lucidità, rispondendo con un filo di voce alle preghiere e manifestando una sorridente riconoscenza alle persone che gli sono state accanto.

Era l’ultimo partecipante al Concilio Vaticano II ancora in vita. Si offrì come ostaggio al posto di Moro. Sostenne le unioni civili tra omosessuali.

Nato a Treviso, Bettazzi fu ordinato sacerdote nel 1946 a Bologna, la città della madre dove si trasferì da giovane. Vescovo ausiliare a Bologna, partecipò appunto a tre sessioni del Concilio. Dal ’65 al ’99 amministrò la diocesi di Ivrea. Nel ’78 fu invece nominato presidente del movimento cattolico internazionale Pax Christi.

Figura da sempre coraggiosa nella Chiesa, tanto da avviare un importante dialogo con la società civile e, soprattutto, con il Partito Comunista Italiano guidato ai tempi da Enrico Berlinguer. Più tardi, nel 1978, assieme ai vescovi Alberto Ablondi e Clemente Riva si offrì alle Brigate Rosse come ostaggio al posto del leader della Democrazia Cristiana Aldo Moro.

Monsignor Bettazzi verrà ricordato come uomo di pace e di scelte importanti, talvolta radicali, non curante delle critiche, come quando divenne uno dei primi sostenitori delle unioni civili per le coppie omosessuali in Italia.

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