Dramma nel piccolo paese di Castenaso in provincia di Bologna, dove un neonato di solo un mese di vita è stato trovato morto nella culla dalla mamma 32enne.

La tragedia è successa ieri mattina intorno alle 06:30, quando la donna si è avvicinata al figlio e ha notato che non respirava.

La madre ha così immediatamente allertato il 118 ma quando i sanitari sono giunti nell’abitazione della famiglia, in via Paolo Fabbri, non hanno potuto fare altro che dichiarare il decesso del piccolo.

Considerati i pochi mesi di vita del bambino, i sanitari hanno avvisato i carabinieri che hanno avviato così le indagini. Una pattuglia della compagnia di Castenaso è arrivata subito sul posto e, con loro, il medico legale e la sezione scientifica.

Secondo gli investigatori si tratta di morte naturale, quella che viene chiamata SIDS (dall’inglese Sudden Infant Death Syndrome) o morte in culla, ma è stata comunque disposta l’autopsia che verrà svolta Lunedì 17 Luglio, per fare luce sulle cause della tragedia, che ha lasciato senza parole tutta la comunità locale.

Dalla ricognizione, inoltre, non sono stati rinvenuti segni di violenza sul corpo del bambino, a cui non erano state diagnosticate patologie.

Castenaso neonato trovato morto nella culla: lo shock della comunità

Molti i commenti dei vicini subito dopo la tragedia che ha colpito la giovane famiglia della provincia di Bologna.

“Sembra davvero ieri che avevo visto quel piccolo trasportino per bambini, quella piccola culla con cui si va a prendere i neonati in ospedale. Pensare che dopo neanche un mese quell’angelo non c’è più mi spezza il cuore”, commenta qualche residente della zona.

Un altro vicino ha affermato:

“Che dire? Ho la pelle d’oca solo al pensiero. È vero che in una zona residenziale le voci si rincorrono e tutti sanno tutto, ma non ci volevo credere davvero. Ci sono tanti bambini qui che spesso giocano tutti insieme e sapere che una giovane famiglia è stata spezzata da questo immane dolore mi distrugge: nessun dovrebbe soffrire così”.

“Diciamo che, per fortuna, non siamo soliti avere un via vai di forze dell’ordine come quello di ieri. Abbiamo subito capito, sia io che mia moglie, che qualcosa di brutto doveva essere successo perché siamo andati in terrazzo e abbiamo visto prima i carabinieri, poi quelli delle indagini scientifiche, e, poco dopo, le pompe funebri”, conclude un altro vicino di casa della famiglia.

Ha commentato l’accaduto anche il sindaco Carlo Gubellini che ha dichiarato:

“Davvero una tragedia, ma visto che ci sono indagini in corso non aggiungo altro”.

Il Comune si è già prontamente attivato, per mettere a disposizione dei genitori un supporto psicologico in grado di sostenerli durante questa enorme tragedia.

La sindrome della morte in culla

Il sito ufficiale dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma spiega che la SIDS, dall’inglese Sudden Infant Death Syndrome, o morte in culla o morte improvvisa del lattante è la morte improvvisa e inspiegabile di un bambino al di sotto dell’anno di età. È più frequente tra uno e cinque mesi di età e rappresenta una delle cause principali di morte nel primo anno di vita.

Nel nostro Paese, si stima che vada incontro a morte in culla 1 nato su duemila. Riguarda quasi sempre bambini apparentemente sani.

Il decesso si verifica di solito durante il sonno e per questo è chiamata ‘morte in culla’.

Non è stata ancora definita con sicurezza una specifica causa medica in grado di spiegare la Sids. Esistono però una serie di comportamenti e di fattori di rischio che possono incidere significativamente sulla probabilità che la morte si verifichi, come dimostrano numerosi studi e indagini.

Secondo quanto riportato dai Cdc americani, la ragione della Sids potrebbe risiedere in anomalie nella zona cerebrale che controlla i ritmi del sonno e della veglia. Per questo, diversi centri di ricerca propongono un modello di triplo rischio per spiegare la catena di eventi che portano alla Sids.

In primo luogo, il bambino apparentemente sano e normale, in realtà potrebbe soffrire di una piccola anomalia nel sistema di regolazione dei ritmi cardiaci o respiratori. Si verificano poi nei primi mesi di vita cambiamenti nei ritmi del sonno, in quelli respiratori e/o cardiaci, nella pressione o nella temperatura corporea.

Infine, eventi esterni, come il fatto di dormire in posiziona prona, l’esposizione a fumo passivo e piccole infezioni respiratorie, possono aggravare la situazione.