Ancora una volta, le pensioni sono finite nell’occhio del ciclone e non solo a rischiare stavolta tutti gli incentivi per le donne e i figli. La Germania ha scelto di adottare una linea dura nei confronti dei cittadini: niente più assegni familiari, niente più pensioni per le vedove e altri sussidi.

Dall’Europa all’Italia, viene perseguita la linea del pugno duro contro i cosiddetti incentivi a “non fare nulla”. La verità è che in Germania manca la forza lavoro e, secondo numerosi esperti, riducendo i “benefici” per le famiglie si spingerà un milione e mezzo di lavoratori a cercare lavoro.

Abolire la pensione alle vedove: ecco le ultime novità dalla Germania

Si vorrebbe rafforzare la linea dell’immigrazione, ma puntualmente arrivano i “fannulloni”. Infatti, si stima che più del 45% dei beneficiari del Bürgergeld (Reddito di cittadinanza) sia riconducibile a stranieri che non lavorano

In un contesto in cui manca la forza lavoro, anche le casalinghe sono prese di mira. Secondo quanto riportato da italiaoggi.it, non sono ben viste le donne che si occupano attivamente della cura della casa, poiché il ruolo di casalinga non è considerato fondamentale, né tantomeno una professione.

Gli esperti ritengono che le donne debbano impegnarsi attivamente in un ambiente lavorativo. La maggioranza politica, tra cui diversi esponenti di sinistra, ha dichiarato che la pensione dovrebbe essere riconosciuta alle donne che lavorano, ovvero a coloro che contribuiscono al sistema previdenziale, poiché sono inserite in un ambiente lavorativo.

Un altra questione molto importante riguarda la scarsa natalità. I tedeschi fanno pochi figli e l’invecchiamento della popolazione scoraggia gli animi: “Chi pagherà le pensioni se non ci sono giovani lavoratori?”

Forse, sfuggono diversi aspetti. Il primo riguarda i diritti delle donne, la volontà di scegliere se diventare madri e la necessità di scrollarsi di dosso lo stereotipo della maternità.

Infatti, non tutte le donne desiderano o possono diventare madri, e questa è una delle tante realtà di oggi, un diritto che ancora una volta non viene considerato.

Eppure, nel 2023, si parla ancora della riduzione biologica della donna a madre e la libertà di scelta per le donne come un diritto che deve essere accettato.

L’altro aspetto riguarda l‘assenza di agevolazioni tali da permettere di conciliare la carriera lavorativa con la gestione della famiglia.

Le ragioni dei tagli sugli aiuti alle vedove, figli e donne

Ursula von der Leyen spiega di essere madre di sette figli e di avere successo in una carica politica, chiudendo il cerchio sposando un milionario.

Tuttavia, nonostante le donne siano impegnate in un contesto lavorativo a orario ridotto per gestire gli impegni familiari e seguire i propri figli, pesa il fatto che le vedove ricevano in media solo il 55% del trattamento previdenziale del marito.

Eliminando questo beneficio, la Germania potrebbe risparmiare tra i 500 e 600 milioni di euro all’anno. Ma allora, la questione riguarda il risparmio o l’assenza di lavoratori?

Le dichiarazioni di Kevin Kunert, 34 anni, segretario generale dei socialdemocratici, riportate da italiaoggi.it, chiariscono diversi aspetti:

“Le pensioni per le vedove sono un relitto del passato, non più all’altezza dei tempi. È il leader della sinistra del partito, che contesta il cancelliere Scholz, considerato troppo moderato. Kunert è celibe e non ha mai lavorato.”

Seguendo questa linea di pensiero, i tedeschi mirano all‘abrogazione degli assegni di famiglia in favore dei figli. Per le famiglie con un reddito superiore a 150mila euro lordi (non più 300mila), ciò comporterebbe la rinuncia a 250 euro al mese per ogni figlio.

Precedentemente, gli assegni familiari venivano riconosciuti anche ai milionari, in quanto si perseguiva il principio tedesco: “Tutti sono uguali, dopo aver pagato le tasse“.

Basti pensare che persino Michael Schumacher, il grande campione del mondo di Formula 1, con un reddito di oltre 42 milioni di euro all’anno, percepiva gli assegni familiari.

La Germania elimina la tassazione agevolata per le famiglie

 All’improvviso, viene messo in discussione anche lo splitting, ovvero la tassazione al 50% sul prodotto dei redditi di moglie e marito diviso per due.

Questo beneficio è vantaggioso se uno dei coniugi guadagna di meno o non ha una carriera continua. Si tratta di una norma molto contestata che fu introdotta da Konrad Adenauer nel ’58 per preservare il potere di acquisto delle famiglie nel dopoguerra.

Tuttavia, non tutti sono favorevoli alla cancellazione di questa norma. Il ministro delle finanze, il liberale Christian Lindner, si oppone all’abolizione di questo vantaggio per le famiglie. Inoltre, si punta anche ad aumentare le tasse di successione, incluse quelle a carico dei figli degli imprenditori.

Addio alla pensione di reversibilità in Germania? Cosa farà il governo Meloni?

In sostanza, tra tagli e abolizioni, l’aumento delle tasse annuo potrebbe aggirarsi di oltre 20 o 25 miliardi di euro per famiglia.

Il punto è che la Germania teme una recessione e, per far fronte alla galoppante inflazione, mira al ceto medio. Molto probabilmente, le riforme fiscali non saranno applicate, poiché molti sono contrari e tentano di fermare le manovre della destra.

In conclusione, mentre in Italia si fa fatica a trovare un accordo sulla riforma delle pensioni, in Germania si punta all’abolizione delle misure che tutelano le casalinghe, la famiglia e gli eredi.

Questa categoria di persone non è più sostenibile per i tedeschi, soprattutto considerando la necessità di reperire forza lavoro.

Il dibattito è in corso, e se alcune di queste riforme dovessero essere approvate, potrebbero avere importanti risvolti anche in Italia. Il problema potrebbe riguardare, in linea generale, le scelte operate dal governo italiano sotto l’influenza dei consigli dell’Europa.

Quindi, se le scelte dei tedeschi sono orientate verso tagli e abolizioni, forse sarebbe il caso che ognuno pensi per sé, e in fretta.