Non accennano a placarsi le proteste in Israele contro la riforma della giustizia voluta dal governo, le manifestazioni continuano per la ventottesima settimana e vedono la partecipazione di 150mila persone.
Ventottesima settimana di proteste in Israele
I cittadini israeliani continuano la loro battaglia contro la riforma della giustizia fortemente voluta dal governo di estrema destra. E’ ormai da mesi che le piazza delle principali città d’Israele sono piene di manifestanti che mal tollerano il progetto di legge che depotenzierebbe il ruolo della magistratura. Le manifestazioni sono tornate ad essere più partecipate dopo che il governo ha ripreso l’iter di alcune proposte di legge. In tutto sono scese in piazza 150mila persone. Secondo i manifestanti c’è il rischio che la clausola di ragionevolezza venga abolita, proprio in questi giorni il leader dell’opposizione Lapid ha insistito sulla difesa di questo elemento giuridico.
אם עילת הסבירות תבוטל, כל הגדרות יפרצו, כל הגבולות יחצו. אנחנו צריכים את עילת הסבירות, מפני שיש לנו ממשלה לא סבירה. אנחנו צריכים אותה מפני שבית המשפט הוא קו ההגנה האחרון שלנו.
— יאיר לפיד – Yair Lapid (@yairlapid) July 15, 2023
L’estrema destra cerca di fermare le proteste
Ma non tutti sono contrari alla riforma. Prima dell’inizio delle manifestazioni di sabato, estremisti di destra favorevoli al governo hanno cercato di impedire alla scienziata ed attivista Shikma Bressler, uno dei leader del movimento di protesta, di lasciare la sua casa. Gli estremisti hanno bloccato l’uscita del villaggio per evitare che partecipasse alle manifestazioni.
Disagi dovuti alle manifestazioni
Così tante persone in piazza comportano diversi disagi. Alcune strade sono diventate inagibili e sono state bloccate a causa dei manifestanti, la polizia è impegnata a contenere disordini nelle principali città. Si sono registrati anche due arresti: si tratta di due persone che nella giornata di oggi hanno aggredito un manifestante.
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