Il New York Times, importante voce del giornalismo internazionale, ha pubblicato un articolo sulla guerra in Ucraina a proposito della controffensiva guidata dalle truppe di Kiev.
Ebbene, secondo i dati a disposizione del quotidiano, l’esercito di Zelensky ha perso il 20% dell’equipaggiamento militare nelle prime due settimane, compresi i modelli occidentali, andato distrutto oppure danneggiato. Il tasso sarebbe sceso al 10% nelle settimane successive grazie a un cambio di tattica nella controffensiva.
Sempre a proposito della riconquista dei territori oggi in mano ai russi, il New York Times cita esperti militari secondo i quali i primi 25 km del contrattacco saranno i più difficili, poiché le truppe che attaccano hanno bisogno di un numero di forze, tra armi, personale o entrambi, tre volte superiore a quelle nemiche. Allo stato attuale, le milizie di Kiev avrebbero guadagnato circa 5 km dei 60 totali.
In ogni caso, l’avanzata ucraina ha il pieno sostegno del Pentagono americano. Il tenente generale Douglas Sims, direttore delle operazioni dello Stato Maggiore a stelle e strisce, ha definito “ammirevole” l’abnegazione delle truppe di Kiev, che continuano a guadagnare terreno nonostante i bombardamenti subiti.
Colloquio Russia-Sudafrica in vista del BRICS
Spostandoci sul fronte russo, la notizia di giornata è certamente il colloquio telefonico tra il presidente Vladimir Putin e il suo omologo sudafricano, Cyril Ramaphosa. Un dialogo che è servito a porre le basi in vista del meeting del BRICS (la confederazione che unisce i Paesi in via di sviluppo, tra cui Russia e Sudafrica). La kermesse andrà in scena a Johannesburg, nello Stato africano, dal 22 al 24 agosto prossimi.
Tra i temi caldi in agenda compare la nuova estensione dell’accordo sul grano in uscita dai porti ucraini, la cui scadenza naturale è fissata per lunedì. Le Nazioni Unite attendono una risposta, la Turchia si dice confidente del rinnovo ma Putin avrebbe smentito le voci, lasciando dunque la questione in sospeso.
A proposito del vertice BRICS, in molti si chiedono se Putin sarà arrestato nell’ipotesi di una sua visita in presenza. Ricordiamo che sul conto del capo del Cremlino pende un mandato d’arresto per crimini di guerra emesso nei mesi scorsi dalla Corte Penale Internazionale. La Russia ha sempre disconosciuto il provvedimento, avvalendosi della sua estraneità al ruolo di membro dell’organismo. In ogni caso, si fanno insistenti le quotazioni di Sergei Lavrov, ministro degli Esteri, come già accaduto al G20 di Bali lo scorso novembre.
Zelensky sulla fine della guerra: “Dipenda dal sostegno all’Ucraina”
Nel frattempo, il presidente Zelensky ha parlato di un possibile epilogo del conflitto bellico, sottolineando la connessione con gli aiuti che l’Occidente saprà dare a Kiev. Ecco le sue parole ai media ucraini:
La velocità della fine della guerra dipende direttamente dal sostegno globale dell’Ucraina. Stiamo facendo di tutto per garantire che tale sostegno sia il più intenso e il più significativo possibile. Nei primi giorni 15 di luglio ci sono stati negoziati, incontri, ed eventi con i leader di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Paesi Bassi, Turchia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Bulgaria, Lituania, Svezia, Portogallo, Spagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Repubblica Sudafricana, Guinea-Bissau, con il segretario generale della Nato Stoltenberg, il presidente del Consiglio europeo Michel, la presidente della Commissione europea von der Leyen e il patriarca ecumenico Bartolomeo.