La Flat tax incrementale è una delle misure principali della Manovra finanziaria 2023, ma con la riforma fiscale sono emersi alcuni esclusi dalla misura.
Si tratta di una tassa piatta prevista per l’anno in corso, un’aliquota fissa applicata su una base imponibile scaturita dalla differenza tra il reddito prodotto nel 2023 e il più elevato del triennio 2020-2022.
L’Agenzia delle entrate, il 28 giugno scorso, ha pubblicato la circolare n. 18/E, nella quale ha fornito i chiarimenti necessari sulla sua applicazione operativa. Nel testo, oltre a spiegare come funziona e come si applica, spiegheremo, innanzitutto, chi sono gli esclusi.
Riforma fiscale 2023, chi sono gli esclusi dalla Flat tax incrementale
Il testo del disegno di legge della riforma fiscale 2023 è stato approvato alla Camera. Tante sono le misure approvate, ma ci sono anche alcuni punti che lasciano con l’amaro in bocca. Uno di questi riguarda la Flat tax incrementale. Si sperava venisse estesa anche per i lavoratori dipendenti.
Per i lavoratori dipendenti, almeno per il momento, l’applicazione della Flat tax incrementale viene accantonata. In realtà, non si tratta più di tanto di una sorpresa, in quanto era già emerso che i lavoratori dipendenti sarebbero stati tra gli esclusi dell’applicazione della tassa piatta incrementale (almeno per adesso).
Infatti, se ne era parlato solo inizialmente della possibilità di estendere la misura anche ai lavoratori dipendenti, ma la formula inserita del Disegno di legge Bilancio è poi sfumata nel corso dell’iter parlamentare. E le cose non sono neppure cambiate con la riforma fiscale, dove anche in questo caso, la flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti è stata accantonata.
Ma oltre ai lavoratori dipendenti, ci sono anche altri redditi esclusi dall’applicazione della Flat tax. Di quali si tratta?
- I redditi delle società di persone;
- I redditi delle società di capitali;
- I redditi derivanti dall’esercizio in forma associata di arti e di professioni, imputati ai singoli associati.
Inoltre, non si applica per i contribuenti che hanno iniziato l’attività a partire dall’anno d’imposta del 2023, in quanto non si può prendere come riferimento il reddito del precedente triennio.
In linea generale, possiamo dire che gli esclusi sono le persone giuridiche e gli esercenti di attività d’impresa, arti e professioni in forma collettiva.
Chi può accedere alla Flat tax incrementale
Sono due le categorie di soggetti che possono applicare la flat tax incrementale per il 2023:
- Le persone fisiche esercenti attività d’impresa;
- Le persone fisiche che esercitano arti o professioni.
È bene sottolineare che possono accedere alla tassa piatta i contribuenti per i quali si sia verificato l’incremento reddituale ad almeno uno delle annualità del triennio 2020-2022, al fine del confronto reddituale.
Come funziona
La Flat tax incrementale 2023 prevede l’applicazione di un’aliquota fissa del 15%, sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali. La misura alternativa agevolata si applica sull’incremento del reddito del 2023 rispetto a quello più elevato nel triennio 2020-2022.
I redditi da confrontare sono quelli delle attività d’impresa e di lavoro autonomo, riportati nella dichiarazione dei redditi. Sulla base imponibile determinata, meno una franchigia del 5%, si applica l’aliquota agevolata piatta del 15%. Invece, gli altri redditi vanno a confluire nel reddito complessivo e soggetto alla tassazione Irpef, in base agli scaglioni di reddito ordinari.
Tutte le informazioni e i chiarimenti sul calcolo sono stati delineati nella circolare n. 18/E, pubblicata il 28 giugno 2023. Per saperne di più, leggi anche: Flat tax incrementale 15%: arrivano le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate