È tutto pronto ormai per il ritorno ufficiale di Daniel Ricciardo in Formula 1 che scenderà in pista al volante della Alpha Tauri dopo l’addio di Nyck De Vries. Dopo aver salutato tutti i nuovi fan, il pilota australiano ha avuto modo per riflettere e raccontare il periodo che l’ha visto lontano dal paddock, rivelando un momento certamente non facile.

Stando alle parole di Ricciardo, l’addio “momentaneo” alla Formula 1 gli aveva provocato una forma di disinnamoramento che solamente il rientro con la Red Bull, seppure come terzo pilota, era riuscito a tamponare. A rivelare il tutto è stato proprio l’australiano che in una recente intervista ha detto:

Tornare in Red Bull mi ha aiutato. Mi ero disinnamorato un po’, ed è stato un colpo duro per l’autostima: se stai gareggiando in uno sport in cui cerchi di essere il migliore al mondo, è ovvio che hai bisogno di piena fiducia, piena convinzione. E quando questa inizia a diminuire, credo che anche il divertimento inizi a calare. Tornando in Red Bull ho ricevuto un’accoglienza positiva e travolgente. Ero ancora un po’ incerto su come sarebbe andata e se sarei tornato il vecchio Daniel. Dopo aver fatto qualche sessione di simulazione sono tornato alla mia normalità: mi sono innamorato di nuovo della F1 e sono pronto a ripartire

Formula 1, Ricciardo pronto per il ritorno: “Sapevo che avrei avuto un’opportunità”

Nonostante le difficoltà legate al suo congedo dalla Formula 1, Ricciardo non ha mai smesso di crederci soprattutto dopo aver riassaporato l’asfalto grazie al passaggio in Red Bull. Proprio per il suo storico team, l’Honey Badger ha speso parole al miele, è il caso di dirlo, raccontando l’importanza della scuderia austriaca nel suo percorso e descrivendo il momento della chiamata di Alpha Tauri:

Ho fatto parte della famiglia Red Bull per tanti anni: sapevo che questi avvicendamenti possono accadere. Anche se quest’anno ero sicuro di prendermi un po’ di tempo libero, in fondo alla mia mente c’era sempre la consapevolezza che forse avrei ricevuto un’opportunità. Quindi sono sempre stato pronto: è uno sport imprevedibile. Quando Marko mi ha chiamato ho pensato ‘Ok, sentiamo cosa ha da dirmi’. Queste erano le chiamate che ricevevo sempre, e non c’erano dubbi che avrei detto di sì