Nella giornata di ieri, è stata firmata l’ipotesi di accordo del Contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto dell’istruzione e della ricerca, relativo al periodo 2019-2021. Il Contratto prevede aumenti di stipendi medi mensili di 96,72 euro per il personale Ata, di 124,40 per gli insegnanti e di 197,50 per i direttori amministrativi. Al personale ausiliare tecnico e amministrativo sono state destinate risorse pari a oltre 72 milioni di euro. Il ministro dell’Istruzione Valditara ha dichiarato che il contratto, il “migliore sin qui realizzato” per i docenti, “segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola”. Il contratto è stato siglato, ricordail ministro, “grazie a quei 300 milioni originariamente previsti per altri progetti“.
Valditara, novità nella scuola: tutor, contrasto al bullismo, riforma della voto in condotta
Presentando più nel dettaglio il Contratto in un’intervista al Messaggero, Valditara ha ricordato l’introduzione della nuova figura del tutor nell’ordinamento scolastico. Per il momento, il tutor sarà presente solo nelle scuole superiori, ma non è escluso che verrà previsto anche nelle scuole medie. Valditara ha successivamente affrontato il tema delle aggressioni contro gli insegnanti, ai quali è ora offerta una tutela legale gratuita affidata all’Avvocatura dello Stato. Tempo fa è stato poi avviato un censimento sulle violenze a scuola: nel anno scolastico 2022-23, “si sono registrati circa cinque episodi ogni mese“.
Il ministro ha annunciato inoltre di stare elaborando nuove regole per contrastare il bullismo e al contempo ripensando il peso del voto in condotta e l’istituto della sospensione.
Il voto di condotta inciderà sui crediti per la maturità, mentre per le scuole secondarie di primo grado tornerà a fare media. Lo studente che avrà sei in condotta sarà rimandato a settembre in educazione civica, e all’esame di riparazione dovrà affrontare una prova sui valori costituzionali e di cittadinanza.
I Test invalsi di quest’anno hanno restituito una situazione a cui ormai si è tristemente abituati, ossia l’evidente divario tra le scuole del Nord e del Centro-Sud, “un problema decisivo per lo sviluppo dell’intero Paese“. Valditara a tal proposito ha affermato di ritenere “moralmente inaccettabile che l’Italia sia spaccata in due, e che i ragazzi che vivono nelle regioni meridionali non abbiano le stesse opportunità formative, e quindi anche lavorative, degli altri“. Il ministro ha così proposto la cosiddetta “Agenda Sud“, progetto sperimentale che inizialmente coinvolgerà 240 istituti realizzato con risorse attingibili dal Pnrr e dai Pon. L’Agenda prevede un aumento del numero di docenti (i quali riceveranno una formazione speciale), l’introduzione del tempo pieno e un maggiore coinvolgimento dei genitori nell’istruzione dei figli. Se il progetto darà risultati positivi, verrà ulteriormente esteso.