Il sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha parlato della riforma della Giustizia, al centro di numerose discussioni da settimane, precisando che nessuno strumento di lotta alla mafia verrà indebolito. Inoltre, Delmastro ha colto l’occasione per rispondere alle critiche delle opposizioni con le quali, secondo il politico, manca il confronto. Per quanto riguarda, invece, gli screzi con l’Anm, Delmastro ha dichiarato che l’Anm fornisce sì “alcune sollecitazioni che è giusto ascoltare“, tuttavia “l’organismo politico ha un altro ruolo, indipendente“. Il tema della separazione delle carriere, da sempre nel programma del centrodestra, resta così un obiettivo del governo.
Delmastro sulla Giustizia: “Non c’è nessuna volontà di abbassare l’asticella nella lotta alla mafia”
Delmastro ha sottolineato che sul concorso esterno in associazione mafiosa la posizione del governo è chiara: non intende cambiarlo. Per quanto riguarda il fatto che Nordio, invece, abbia parlato di intervenire sui suoi confini, Delmastro ha voluto precisare che non si tratta di un’idea del governo. Ha però poi precisato che il Ministro “comunque non ha detto che vuole abolirlo“. Più nel dettaglio, ha poi affermato:
Un corto-circuito logico. Perché il ministro ha detto che non esiste. E semmai che vuole intervenire con una norma ad hoc, che non significa abolire ma tipizzare un reato ad hoc.
Il sottosegretario ha poi voluto ribadire che la lotta alla mafia rimane un tema importante per il governo, dal momento che “Giorgia Meloni ha tratto fonte di ispirazione politica da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, come ha sempre detto“. Per dare sostegno alle proprie parole, Delmastro ha ricordato quanto fatto dal Governo Meloni fino ad ora:
Come primo atto abbiamo sventato la sostanziale abolizione dell’ergastolo ostativo per i mafiosi che non collaborano. Abbiamo una normativa eccezionale nella aggressione di patrimoni illeciti. Strumenti improntati al follow the money di Falcone come la confisca preventiva (che all’estero chiamano “confisca senza condanna”) e quella allargata a denaro non strettamente collegato al reato, che ci fanno essere studiati e lodati dagli altri Paesi come ho avuto modo di vedere ad Anversa nel Forum della coalizione dei Paesi contro il crimine organizzato.
Si è poi così passati a parlare del 41 bis e, dunque, dell’imputazione coatta del sottosegretario per violazione di segreto nel caso dell’anarchico Cospito. A tal proposito, Delmastro ha dichiarato di pensarla esattamente come la Presidente del Consiglio, di cui ha sempre condiviso il pensiero “nella sua totalità“. Ha poi aggiunto: “Continuerò ad affrontare nelle sedi opportune questa vicenda. Confidando nel fatto che emergerà la mia assoluta estraneità ai fatti“.
Un’intervista da cui emerge in maniera chiara il pensiero di Delmastro che naturalmente si accoda ad una lunga serie di reazioni del mondo della politica che riguardano nello specifico la posizione del ministro della Giustizia Carlo Nordio. L’impressione è che il dibattito andrà avanti ancora per diverse settimane con l’opposizione pronta ad attaccare e la maggioranza a dare manforte all’esecutivo di Giorgia Meloni che, dal canto suo, pare sia sempre più indispettita dall’atteggiamento del proprio ministro al punto da pensare ad una strategia di ridimensionamento.