Ha strangolato il figlio di appena un anno e poi ha chiamato i carabinieri: chi è Elisa Roveda, la mamma di Voghera ora tratta in arresto? 45enne, la donna lavorava come impiegata in uno studio commercialista; da circa un mese e mezzo, però, aveva iniziato a soffrire di depressione post-partum. Una condizione difficile, che aveva preoccupato i suoi familiari al punto di portarli a stringere un accordo per fare in modo di non lasciarla mai da sola con il bimbo. Fino a ieri, 14 luglio, giorno in cui si è consumata la tragedia.

Chi è Elisa Roveda, la mamma che ha ucciso il figlio di un anno a Voghera

A chiamare i carabinieri sarebbe stata proprio lei, dopo aver strangolato il figlioletto nella sua abitazione di via Mezzana, a Voghera, nel Pavese. Il marito si era allontanato per andare a lavoro, ma non con l’intenzione di lasciarla sola: di lì a poco, infatti, l’avrebbe raggiunta la nonna del piccolo Luca. Un piano ben orchestrato, in modo che la 45enne, impiegata presso uno studio commercialista, non dovesse badare da sola al bambino, essendo affetta da una grave forma di depressione post-partum.

Avrebbe iniziato a soffrirne circa un mese e mezzo fa e, già da un po’, era in cura da un professionista, pur non venendo seguita dai servizi sociali. Nella giornata di ieri, 14 luglio, alla fine si è consumata la tragedia: all’arrivo della madre della donna, il piccolo era già morto. Una volta giunti sul posto, attorno alle 9 del mattino, i sanitari del 118 non avevano potuto far altro che constatarne il decesso.

Rimaniamo attoniti di fronte ad un bimbo strappato alla vita da un gesto terribile – aveva dichiarato la sindaca, Paola Garlaschelli -. Attendiamo di sapere di più dalle forze dell’ordine sulla tragedia che questa mattina ha sconvolto la nostra città. Per ora, un pensiero di dolore enorme e di vicinanza alla famiglia.

Davanti agli inquirenti la donna avrebbe subito ammesso di aver ucciso il bambino. Una volta tratta in arresto è stata trasferita nel reparto di psichiatria del Policlinico San Matteo di Padova. Nei prossimi giorni dovrà essere interrogata.

La testimonianza del nonno del piccolo Luca

Aveva un esaurimento post parto, questo mi hanno detto. Ma Luca non lo doveva toccare. Magari a volte non dormiva, non guidava più, magari le dava fastidio il bambino. Aveva anche problemi a lavoro. Ma non si sfogava col bambino. Aveva paura a stare in casa, a volte dormiva dalla mia ex moglie pur di non restare sola,

ha raccontato il nonno del piccolo. Tra lei e suo marito, ha detto, andava tutto bene: si erano sposati nel 2017, dopo una lunga convivenza. Luca era il loro primo figlio.

Lo avevano tanto voluto, ma io glielo avevo detto, non si fanno figli a 44 anni – ha dichiarato l’uomo -. I bambini bisogna averli da giovani.

Dopo la nascita del piccolo, comunque, lui e sua moglie avrebbero fatto di tutto per aiutarli, convicendo il papà di Luca, Maurizio, a non lasciarla sola.

È sempre stata normale mia figlia, non aveva problemi. Non la vedevo da 15 giorni, l’avevo incontrata con la mia ex moglie e il bambino nel passeggino. Ma non c’erano segnali che potesse accadere questo. Luca era un bimbo bellissimo…

ha aggiunto, ancora straziato dall’accaduto. Vari esperti, nelle scorse ore, hanno parlato di come imparare a riconoscere i segnali di una depressione simile, per aiutare le mamme in difficoltà a non sentirsi sole e sopraffatte da ciò che stanno vivendo. È importante, per evitare che tragedie simili possano ripetersi, facendo sentire tutti impotenti.

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