La favola di un club che ormai si è sgretolato. Il Lanciano, una squadra capace di partecipare a 19 campionati professionistici (15 in Serie C e 4 in Serie B).
Negli anni della Seconda guerra mondiale una squadra di Lanciano partecipa ad alcuni tornei regionali con il nome di Frentana. La Virtus rinasce ufficialmente nel 1946/47, sotto la presidenza di Alberto Giovannelli. Di nuovo con Giuseppe Baccilieri in panchina, grazie alla vittoria nel campionato di Prima divisione (quarto livello del calcio italiano e competizione di respiro
regionale), i rossoneri vengono promossi in Serie C. Il club resta però solo una stagione nel terzo livello del calcio italiano, che nel 1947-48 è strutturato in tre leghe indipendenti che raccolgono complessivamente quasi 300 squadre. La ristrutturazione dei campionati permette infatti solo alle prime due classificate di conservare la categoria. Dal campionato 1959-60 la squadra della città è la
Pro Lanciano, che formalmente è una sezione della locale Pro Loco, appunto la Pro Lanciano e il Borgo Lanciano, formazione che negli ultimi anni ha ben figurato nei tornei minori e nel 1958-59 è stata promossa in Prima Categoria, nuova denominazione del massimo campionato regionale. Nel 1963/64 il club sfiora la promozione in Serie D, mancata a causa della sconfitta nello spareggio contro il Termoli: 1-1 a Ortona e 2-0 per i molisani nella ripetizione a Pescara. Il tanto agognato salto di categoria arriva al termine della stagione 1967/68, quando la squadra che il presidente Mimì Di Lallo affida al tecnico Rinaldo Olivieri si impone nel proprio girone con ben dieci punti di distacco sul Roseto e in seguito batte nello spareggio regionale il Teramo, vincendo 1-0 in casa e 0- 2 in trasferta. Dopo le delusioni degli anni precedenti, il club presieduto da Manlio Mauri allestisce un organico in grado di lottare per le prime posizioni. La formazione allenata da Felicano Orazi non delude le attese e alla fine del torneo conquista il primo posto a pari punti con il Gallipoli. Nei primi anni di C2 il Lanciano raccoglie buoni risultati. Dopo una prima stagione conclusa a metà classifica, i rossoneri arrivano sempre a ridosso delle prime posizioni, tra il quarto e il settimo posto.
Il crollo della squadra
Nel 1982/83 la squadra però crolla e alla fine del campionato si ritrova all’ultimo posto, che costa la retrocessione nel campionato di Interregionale. Il 1983 è però anche l’anno in cui alla presidenza del club arriva uno dei più grandi personaggi della storia calcistica lancianese: Ezio Angelucci. Nei primi due anni alla guida del Lanciano, Angelucci raccoglie un settimo e un quinto posto. Alla terza
stagione conquista l’ambito ritorno in C2 con Carlo Florimbi in panchina, grazie a una lunga rincorsa sul Chieti nella stagione 1985/86, culminata con la vittoria ai calci di rigore nello spareggio giocato sul neutro di Latina. Fallita l’Associazione Calcio Lanciano, le sorti del calcio cittadino sono affidate al Lanciano 90 di Stefano Mercadante, che milita nel campionato di Promozione, torneo regionale e settimo livello del calcio italiano. I rossoneri centrano subito la vittoria e salgono in Eccellenza. Il ritorno nel Campionato Nazionale Dilettanti avviene due anni dopo: il Lanciano si piazza al secondo posto e accede agli spareggi nazionali ma pur non avendo fortuna contro i sardi dell’Iglesias, viene ripescato. Lo scatto decisivo avviene un anno dopo con il ritorno di Ezio Angelucci, che nel frattempo è alla guida della Spal Lanciano, seconda squadra della città. In due anni Angelucci riporta Lanciano tra i professionisti. In quel Lanciano, allenato prima da Armenise e poi da Di Pasquale, si respirava aria di categorie superiori, grazie alla rosa composta dai vari: Luca
Leone, Fortunato Collevecchio, Marco Cicchitti, Fabio Montani, Gianluca Rosato e non solo. In quell’anno i rossoneri riuscirono a vincere 21 gare, pareggiarne 10 e perderne solo 3. Record per i pochi gol subiti (13), grazie alla coppia di centrali Cicchitti e Odoardi. Arrivò anche il successo nella Coppa Italia Dilettanti, brillando anche nella fase nazionale. Il testa a testa con l’Angolana caratterizzò l’intero torneo e nello scontro diretto in casa rossonera il pubblico rispose presente: Stadio pieno e tifo incessante contribuirono alla vittoria per 1-0, con la rete di Luca Leone su punizione. Quella seguente fu un’altra annata trionfale per i rossoneri: la formazione allenata da
Fabrizio Castori stravince il campionato con 10 punti sul Campobasso secondo e 16 sul Potenza terzo. In seguito, si aggiudica anche lo Scudetto Dilettanti. La marcia trionfale del Lanciano non si ferma qui: al primo anno di C2 arriva una salvezza tranquilla ma poi è di nuovo promozione. Nel 2000-01 Angelucci si affida di nuovo a Castori e la scelta viene ampiamente premiata: i rossoneri terminano il campionato a pari punti con il Chieti esattamente come 15 anni prima in Interregionale ma stavolta vige la regola degli scontri diretti che arridono ai rossoneri. Lanciano passa così direttamente in C1 e dopo circa mezzo secolo rimette piede nella terza serie nazionale. Al primo anno i rossoneri ottengono un traguardo insperato: si qualificano ai play-off strappando all’ultima giornata il quinto posto al Giulianova, battuto 3-2 in casa e raggiunto in classifica ma con gli scontri diretti a favore. Il sogno dei rossoneri si ferma però presto, perché la squadra viene eliminata ai play-off in semifinale dal Taranto. L’ottimo risultato spinge Angelucci ad allestire un organico
competitivo ma l’anno seguente la squadra di Castori non ripete l’exploit e deve accontentarsi del settimo posto.
Il campionato 2003/04 viene segnato dalla scomparsa di Ezio Angelucci: a novembre lo storico
presidente rossonero viene a mancare e la guida del club passa al figlio Riccardo. La squadra,
affidata al tecnico Rosolino Puccica, si mantiene nei quartieri alti della classifica: si piazza al sesto
posto ad appena 3 punti dai play-off e a pochi punti dagli spareggi per la B. Arriva anche il
Lanciano allenato da Maurizio Pellegrino l’anno dopo, con la squadra che ha in organico il capocannoniere del girone Andrea Soncin. Nell’estate 2006 invece la società viene ceduta a Paolo Di Stanislao, che dopo un paio di anni di alti e bassi in campo, tra grandi promosse e rapporti sempre più tesi con la piazza, conduce la società al fallimento, dichiarato nell’aprile del 2008. In quel periodo, la formazione allenata da Francesco Moriero, nonostante una buona partenza, conosce un drastico calo di risultati, ai quali si sommano i punti di penalizzazione ricevuti a causa delle inadempienze della società. In campo arriva la retrocessione ai play-out persi contro la Juve Stabia
ma fortunatamente al salvataggio del titolo sportivo con l’intervento della famiglia Maio, si somma il ripescaggio (ufficiale a luglio) e quindi la possibilità di giocare ancora nella terza serie nazionale.
La società riassume così la storica denominazione Virtus Lanciano. Dopo tre stagioni di Lega Pro nelle quali la squadra parte con progetti ambiziosi che non si concretizzano, proprio quando la famiglia Maio manifesta la volontà di mollare, arriva l’insperata promozione in B: al termine del campionato 2011/12, con Carmine Gautieri in panchina, per la prima volta Lanciano accede nella
divisione cadetta. Nella stagione 2011/12 i frentani ottennero l’accesso in Serie B al termine di una
tortuosa camminata culminata con la memorabile finale contro il Trapani: pareggio all’andata intra
moenia; ritorno a dir poco sublime con la rimonta di 1-3 e con un uomo in meno da inizio gara
(firmata Sarno, Pavoletti e Margarita). La squadra comandata da mister Gautieri e annoverava tra le
trafile giocatori del calibro di Leonardo Pavoletti, Manuel Turchi, Roberto d’Aversa e Vincenzo
Sarno, ai quali vi era integrato un mix di buoni giocatori e giovani del vivaio.
La società rossonera dopo un’altalena di risultati in Serie B nelle stagioni seguenti, testimoniata
anche da un breve primato inaspettato nel 2013/14, nel 2016 ha chiuso i battenti non venendo
iscritta al campionato successivo di Lega Pro causa debiti finanziari. Dal 2017 si forma sotto il
nome di Lanciano 1920, vincendo al primo colpo il campionato di Prima Categoria con 77 punti e
mettendo a segno 117 reti e subendone solo 5. Dopo la retrocessione dall’Eccellenza alla
Promozione nella stagione 2022/23, anche il nuovo Lanciano rischia l’estinzione dal panorama
calcistico.