La riforma del Reddito di cittadinanza che porterà il passaggio al Reddito di inclusione comporterà spiacevoli sorprese ad alcune famiglie: c’è chi prenderà di meno. Se per alcuni beneficiari, la riforma potrebbe non avere alcun effetto, per altri, invece, potrebbe portare effetti spiacevoli.

A tal proposito, bisogna tenere presente che con il passaggio al Reddito di inclusione ci saranno nuove regole di calcolo della scala di equivalenza, ovverosia del coefficiente che contribuisce ad aumentare l’importo della prestazione per ogni componente del nucleo familiare.

Vediamo a chi e perché a partire dal 2024 spetterà di meno.

Riforma Reddito di cittadinanza, chi prenderà meno? Ecco i cambiamenti principali del Reddito di inclusione

L’Assegno di inclusione andrà molto presto a sostituire il tanto amato/odiato Reddito di cittadinanza. Per alcuni, il cambiamento non comporterà sconvolgimenti; per altri, invece, potrebbero esserci conseguenze anche spiacevoli.

Molti nuclei familiari percettori, infatti, potrebbero perdere fino a 200 euro al mese per ogni componente maggiorenne. Chi ha più di 18 anni potrà essere considerato nella scala di equivalenza solo se ha un impedimento oggettivo per non lavorare. Pertanto, tutti i cittadini occupabili non saranno compresi nel conteggio.

Il parametro dello 0,4, attualmente, si aggiunge per ogni componente maggiorenne. La nuova disciplina prevede che sarà aggiunto solo alle seguenti categorie:

  • Gli over 60;
  • I componenti con disabilità e non autosufficienti, per i quali il parametro sale a 0,5;
  • A coloro che curano un componente minore di 3 anni, con almeno 3 figli minori o con un componente con grave disabilità.

Ovviamente, nel terzo caso, il componente nei cui confronti ci si prende cura deve far parte dello stesso nucleo familiare. A parte questi elencati, tutti gli altri maggiorenni sono esclusi dal rientrare nella scala di equivalenza e avranno spiacevoli conseguenze sull’importo della prestazione.

Come funziona il Reddito di cittadinanza oggi

Attualmente, per ogni componente maggiorenne si aggiunge uno 0,4 al parametro della scala di equivalenza. Una maggiorazione importante che significa un aumento di 200 euro all’importo base della prestazione.

Con la riforma del Reddito di cittadinanza e il passaggio alla nuova misura di sostegno, le cose andranno diversamente, così come abbiamo analizzato nel paragrafo precedente. Il coefficiente dello 0,4 si applica solo a determinate categorie di maggiorenni e questo aspetto può portare ad una riduzione drastica della prestazione per alcune famiglie.

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Supporto per la formazione e il lavoro

I cambiamenti, però, non devono essere visti solo negativamente. Bisogna anche considerare l’altra metà del bicchiere. In che senso? Se i maggiorenni occupabili perdono il diritto all’applicazione del coefficiente dello 0,4 e perdono 200 euro, possono guadagnarne 350.

Il “nuovo” Reddito di Cittadinanza rafforza proprio l’occupabilità e l’inserimento nel mercato del lavoro dei percettori della misura. Quindi, i componenti esclusi dal parametro della scala di equivalenza possono partecipare al piano di Supporto per la formazione e il lavoro.
Prendere parte a questo piano significa, innanzitutto, partecipare ad un corso formativo e, in secondo luogo, vedersi riconosciuto un assegno mensile di 350 euro come rimborso spese.

Per quanto tempo spetta ricevere i 350 euro previsti dal piano? Il sostegno spetta solo per tutta la durata del corso, ma non per più di 12 mesi.
Dobbiamo fare, infine, una precisazione. Per partecipare al piano di Supporto per la formazione e il lavoro, sono stati imposti alcuni paletti alquanto restrittivi. Ciò vuol dire non potranno prendervi parte tutti, ma il piano è rivolto solo a coloro che fanno parte di un nucleo familiare con un Indicatore Isee non superiore a 6000 euro.

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