Il ministro per gli affari europei e ‘per il Sud Raffaele Fitto è diventato il bersaglio preferito del presidente della Campania De Luca.
L’istrionico governatore campano ama bacchettare un po’ tutti ma ultimamente ha sempre qualche parola in più per il ministro pugliese.
Pnrr e ZES e tutta una questione per il sud
“Mentre parliamo di altro, abbiamo 21 miliardi di euro disponibili per il Sud che sono bloccati da un anno. E il ministro Fitto ancora non dà risposte”.
Questo il presupposto del presidente De Luca che dall’alto della sua capacità comunicativa riesce a trovare il giusto spunto per far ridere chi non si perde una puntata delle sue dirette social del venerdì.
“Io, per la verità, avevo pensato di istituire un premio traduzione per quei giornalisti che sono in grado di spiegare, dopo una conferenza stampa del ministro Fitto, che diavolo ha detto. Sono sei mesi che sento ripetere sempre le stesse ‘pappolate’ e che non si capisce che cosa in concreto stia facendo Fitto. Se qualcuno ha capito che diavolo sta facendo per il Pnrr”
Un modo simpatico quello del presidente campano per richiamare il governo per un ritardo dei fondi del Pnrr che ormai si fatica anche a quantificare.
Non solo fondi ma anche un piano per il sud zona franca
Non è solo un problema di fondi bloccati e miliardi che non si riescono a spendere, per il presidente della Campania la questione è lagata ad una visione che pone sempre il sud come scelta secondaria nei piani futuri.
“Il Governo ci ha comunicato che l’Unione europea ha dato un assenso di massima. Bene, benissimo. Intanto va chiarito un punto. Nella mia proposta questa misura deve valere a tempo indeterminato fino a quando il reddito pro-capite dell’area meridionale non avrà raggiunto, per lo meno, l’85% del Pil delle regioni del Centro-Nord. Quindi, deve durare a tempo indeterminato”.
Il governatore attacca il governo e il ministro colpevoli di preoccuparsi del sud solo per poter centralizzare le decisioni sui futuri investimenti.
“Nelle intenzione del Governo c’è un retropensiero, cioè fare del Sud un’unica zona economica speciale può significare avere un’unica struttura nelle mani del Governo centrale. Tale azione sarebbe una cosa totalmente inaccettabile perché abbiamo un Governo totalmente incapace di gestire questioni economiche. L’estensione della misura Zes a tutto il Sud non deve comportare una centralizzazione”