Suscita ancora polemiche l’elezione di Rikkie Valerie Kollé, prima donna transgender diventata reginetta di un concorso di bellezza, vincendo la fascia di Miss Olanda. A dire la sua è stavolta la patron di Miss Italia, Patrizia Mirigliani, che, intervenendo in diretta a “Italiani Mambo” su Radio Cusano Campus, ha parlato di una “strategia pubblicitaria assurda“.
Sul caso Miss Olanda transgender, a Radio Cusano Campus è intervenuta Patrizia Mirigliani: “Una strategia pubblicitaria assurda”.
Ultimamente – ha detto la 65enne imprenditrice e coordinatrice, figlia di Enzo Mirigliani, rispondendo alle conduttrici Annalisa Colavito e Maria Romana Barraco – i concorsi di bellezza cercano di fare notizia anche usando strategie secondo me assurde. Sin da quando è nato, il mio concorso (appunto Miss Italia, ndr) prevede nel suo regolamento la precisazione secondo la quale bisogna essere donna sin dalla nascita. Probabilmente perché, già allora, si prevedeva che la bellezza potesse subire modificazioni, o che le donne potessero subire modificazioni, o che gli uomini potessero diventare donne. Non ho niente contro queste decisioni che prendono autonomamente i concorsi internazionali, ma occorre pensarci su. Cambiano i tempi, e cambiano la società e i giovani: mi sento di dire che bisogna puntare su quel fronte per essere innovativi.
Secondo Mirigliani, “nella semplicità c’è sempre una rivoluzione“.
Abbiamo ragazze tatuate, con piercing, extension,… Fa tutto parte del modo di raccontarsi delle donne, però tutto ciò che è eccesso per accentuare l’estetica cerchiamo di non agevolarlo. Gli eccessi non vanno bene. Quanto ai cambiamenti della società, un tempo il regolamento di Miss Italia precludeva la partecipazione alle donne sposate. Mio padre dovette, a malincuore, togliere la corona a Mirca Viola, moglie e mamma. Oggi però il regolamento è cambiato.
Com’è cambiato il regolamento di Miss Italia. I casi Mirca Viola, Denny Mendez e delle miss curvy.
Noto il caso Mirca Viola, noto e al centro di polemiche anche quello di Denny Mendez, prima Miss Italia di origine non italiana.
La sua elezione creò molto scalpore. Abbiamo avuto diverse copertine su giornali internazionali che lodavano la forma inclusiva adottata da Miss Italia, così come la sua grande modernità. Quello di Denny Mendez è dunque il caso più emblematico. Abbiamo fatto in modo che anche le ragazze senza cittadinanza partecipassero, purché avessero i requisiti e un senso di italianità. Dunque ragazze nate in Italia, e anche senza documento ad attestarne la cittadinanza.
Capitolo a parte quello sulle misure.
Negli anni ’90 le abbiamo abolite. Sulla scheda non c’è più scritto quanto tu debba essere alta o quale taglia tu debba indossare. La bellezza, oggi, è intesa nella sua globalità e unicità, non come risposta esatta a degli standard. Come dimostra l’ambito delle “curvy”, a cui abbiamo dedicato anche una fascia a parte.
Ascolta qui il podcast di “Italiani Mambo” su Radio Cusano Campus.
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