L’Unicef lancia un allarme per quanto riguarda la rotta mediterranea, che collega, attraverso il mare, il Nord Africa all’Europa: 289 bambini sarebbero morti o scomparsi tentando di raggiungere le coste europee.

11 giovani vite alla settimana spezzate dal tentativo disperato, spesso portato avanti nonostante le condizioni disumane del viaggio, di raggiungere un futuro migliore. Le possibilità di pace e stabilità che si scorgono oltre il Mediterraneo, spingono sempre più famiglie a imbarcarsi con i propri bambini – talvolta lasciandoli anche partire da soli – per assicurare almeno a loro un domani più certo.

Invece, tragicamente, spesso il tentativo si arena sull’omertà e l’indecisione europea, che lascia senza aiuti i migranti del mare, anche quando tra questi si contano centinaia di piccoli profughi.

I dati dell’Unicef: dal 2018 sono circa 1500 i bambini morti nella rotta mediterranea

1.500: questo il tragico computo dei bambini morti dal 2018 nel Mare Nostrum, sotto gli occhi per lo più indifferenti dell’Europa. Partendo dalla stima dell’Unicef, è possibile dedurre che una su cinque delle vittime del mare (8.274 persone morte o disperse lungo la rotta mediterranea) è un bambino.

L’allarme è lanciato dall’OIM, che con il suo Progetto Migranti Scomparsi intende monitorare e riportare le difficoltà del viaggio di coloro che, obbligati dalle condizioni infime di vita nel loro Paese d’origine, partono per trovare migliori prospettive, o muoiono nel tentativo di riuscirci.

Impegno europeo: cosa sta facendo l’UE?

C’erano 100 bambini stipati nella pancia del peschereccio che, a giungo, si è ribaltato nei mari della Grecia, portando con sé centinaia di vite di migranti. Davanti a questa strage silenziosa, l’Europa è chiamata a rispondere. Ma passare alla concretezza di accordi e azioni effettive per limitare le catastrofi nel Mar Mediterraneo non è cosa che, a quanto pare, si può fare dall’oggi al domani.

Ce lo ha dimostrato, in particolare, il recentissimo Consiglio Europeo, dove le posizioni eccentriche di Polonia e Ungheria hanno remato contro un accordo internazionale per l’accoglienza e la ridistribuzione dei migranti sul suolo europeo. Il Consiglio poteva essere l’occasione giusta per dare un impulso positivo alla gestione della rotta mediterranea, basato sulla cooperazione tra Nazioni nello sforzo dell’accoglienza. Invece, siamo di nuovo punto e a capo: e nel mentre in mare si continua a morie.