Giovanni Malagò, presidente del CONI, ha rotto gli indugi su Alex Schwarzer. Il campione olimpico di marcia di Pechino 2008 è stato protagonista di una docu-serie, prodotta da Indigo Storie

Malagò si espone sul caso di Alex Schwzer

Giovanni Malagò, presidente del CONI, ha rotto gli indugi su Alex Schwazer. Il campione olimpico di marcia di Pechino 2008 è stato protagonista di una docu-serie, prodotta da Indigo Storie. Quattro episodi che hanno seguito il duro percorso dell’atleta azzurro, al centro dello scandalo doping. Nell’estate 2012, Schwarzer venne sottoposto ad un controllo antidoping a sorpresa. Al seguito del quale venne annunciata la positività dell’atleta all’eritropoietina. L’anno successivo, l’azzurro venne squalificato. Così come accaduto nel 2016 con una sanzione di otto anni, scatenando non poche polemiche. Malagò, nell’intervista pubblicata oggi da La Gazzetta dello Sport, si è espresso così su Schwazer: “Accanimento su di lui? Ne sono sicuro. Io nel merito non mi sento di dire nulla sulle sentenze, però ho una mia opinione e penso di poterla esprimere”.

E sul caso, Malagò ha proseguito: “La maggioranza delle persone fa fatica a dire di Schwazer. È sicuramente innocente o è sicuramente colpevole. La premessa è che c’è una sentenza di colpevolezza. Dopodiché ci sono alcuni aspetti oggettivi che onestamente fanno molto riflettere. Il primo è la stranezza, la curiosa coincidenza del fatto. Che subito dopo una presa di posizione di Alex si è deciso di intraprendere un’azione che sarebbe avvenuta ben due settimane dopo”.

Malagò prende posizione sul caso di Alex Schwazer

Malagò ha avanzato una propria ipotesi, spingendo per l’utilizzo di una terza provetta a garanzia dell’atleta: “Generalmente se si vuole fare un controllo a sorpresa non è che si programmi con tutto questo anticipo. Dato che viene meno il concetto della sorpresa. Probabilmente ci sarà una spiegazione, ma è comunque un motivo di riflessione. Ma ce ne sono altri. Perché non si prevede una terza provetta a garanzia dell’atleta che si custodisce in un luogo dove non c’è neanche il minimo rischio di un conflitto di interesse? Depositandola presso un laboratorio che non fa parte del nostro mondo. Ma che presenta le massime tutele per chi controlla e per chi è controllato”.

E i dubbi del numero uno del CONI, come si può leggere sempre sulla rosea, non sono finiti: “Un altro elemento di riflessione è la squalifica fino a dopo la scadenza per conseguire il minimo ai Giochi di Parigi 2024. Visto che non gli hai dato nessun credito, mettilo in condizione di avere ancora una possibilità. Che non gli precluda una cosa che sarebbe folle ma anche meravigliosa”.

Malagò ha rotto gli indugi rilasciando un’intervista riguardante il caso di Alex Schwazer

E sulla figura dello stesso Alex Schwazer, Malagò ha aggiunto: “Che lui sia particolare, diverso dagli altri, è indubbio. Questa serenità d’animo data dalla crescita della sua famiglia è anche molto bella. Il bisogno? Quasi una sentimentale “patologia” nel rimanere aggrappato in questo modo. Succede nello sport, però non capita ai campioni olimpici. Più una questione da psicologi che da dirigenti sportivi. Ma è una cosa che non fa male a nessuno e anzi fa bene, anche a lui stesso”.

In conclusione, Giovanni Malagò ha detto: “Per quale motivo ti riduci a giudicarlo a poche ore da quella che era la sua competizione, e lo porti come se fosse un reietto a Rio de Janeiro? Tu trova il modo di farlo almeno la settimana prima, così eviti questa umiliazione e questa mortificazione. Non solo all’atleta ma alla dignità della persona. Questi elementi mi fanno pensare che a prescindere dalla sua colpevolezza, lui sia entrato nel raggio di azione di qualcuno. Non spetta a me stabilire chi sia questo qualcuno”.